La produzione della cantieristica nautica è aumentata nel 2021 del 31%. Lo ha annunciato dal palco dell’inaugurazione del 62esimo Salone Nautico Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica: «Seppur nelle difficoltà i cantieri hanno fatto un miracolo. Il valore della produzione è arrivato a 6,110 miliardi, 27 mila gli addetti diretti, aumentati del 10% e la filiera conta in tutto 190 mila occupati. Siamo il settore cresciuto più di tutti. Il nostro export vale 3,370 miliardi. Questi risultati vengono dalla tenacia di imprenditori e artigiani che sono i migliori al mondo. Il bello e il ben fatto è italiano». La Liguria, in tutto questo, vale il 20% dell’export, mostrando di essere, come ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti «La nautica», non solo nella cantieristica, ma anche in tutti i settori coinvolti: design, artigianato, marine eccetera.
Risultati straordinari quelli della nautica, in scia ormai a diverse annate di crescita a doppia cifra. «Ci aspettiamo un consolidamento nel 2023 e 2024» conferma il direttore generale di Confindustria Nautica Marina Stella. Non si può crescere per sempre, anche se il portafoglio ordini a tre anni è ancora molto buono, «ma i rallentamenti nell’approvvigionamento della componentistica − aggiunge Stella − rischiano di rallentare e limitare la capacità produttiva. L’aspetto positivo è che l’attenzione verso la nautica non riguarda solo i segmenti più alti, i superyacht per intenderci, tutti settori collegati vanno bene».
Cecchi sottolinea l’assenza dell’economia del mare nel dibattito pubblico di queste settimane elettorali: «Pretenderemo visione dal Parlamento. Noi siamo
autonomi, agovernativi e apartitici. Non ci interessa di che colore sarà il prossimo gatto. L’importante è che acchiappi il topo».
Confindustria Nautica si attende ancora più visitatori al Salone quest’anno, nonostante i lavori del waterfront limitino in parte l’accessibilità. Quest’anno non si può passare accanto al palasport, ma si viene indirizzati direttamente sotto la tensostruttura della Darsena. Ancora due edizioni di “work in progress” prima del 2024, anno in cui il Salone si esprimerà appieno nello scenario del nuovo Waterfront di Levante. Il sindaco di Genova Marco Bucci ha annunciato che proprio dal 2024 partirà una nuova convenzione decennale con Confindustria Nautica.
«Negli anni abbiamo sviluppato una collaborazione trasversale − sottolinea Toti − oggi celebriamo un Salone che si candida a essere il primo del mondo. Non solo d’Europa. Nel 2020 siamo stati gli unici ad andare avanti, abbiamo affrontato difficoltà straordinarie e siamo sulla strada giusta. Non esiste un vento buono per chi non sa che rotta prendere. Questo è un settore strategico perché si lega in filiera ad altri. Non è un caso che l’anno record della nautica coincida con l’anno record del turismo, dell’occupazione, dell’artigianato. Chi prenderà la responsabilità di governo del nostro paese sappia che l’Italia è forte quando sa individuare la rotta e aggredisce mercati e il mondo senza barriere e senza chiusure».
I frutti vengono raccolti grazie ai semi lanciati in un terreno di cui si potevano intuire le prospettive: «Alcuni anni fa − afferma il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini − abbiamo scommesso su investimenti per potenziare la nautica da diporto a Genova basandoci su tre riflessioni: il mercato era in crescita e il Mediterraneo è il luogo dove due terzi del mercato della nautica mondiale hanno il centro di gravità.
Inoltre questo non è solo salone della nautica, ma dove sono integrate le filiere del distretto. Abbiamo accettato le sfide del gigantismo degli yacht investendo sull’accessibilità: tagli banchine, allungamento dei moli, riempimenti per aumentare le lavorazioni a terra. Creeremo un polo della nautica che farà insediare operatori nazionali e internazionali. Infine c’è la sfida della transizione green. Siamo vicini alla città e attenti a non impattare con le aree urbane. L’elettrificazione dei bacini di carenaggio è l’unico esempio in città e anche a livello nazionale».
Il settore della nautica è particolarmente adatto alla sperimentazione di alcune tecnologie legate alla transizione ecologica.
«Quando sarà prodotto il primo yacht carbon free − dice Enrico Giovannini, ministro uscente delle Infrastrutture e mobilità sostenibile − tutti lo vorranno. Questo è un settore che può trainare la transizione ecologica».
Giovannini ha ricordato alcuni punti importanti legati all’attività del governo Draghi e alla nautica. «In generale abbiamo licenziato ben 295 decreti attuativi solo nel mio ministero in 18 mesi. Un risultato straordinario che evidenzia come si può avere un cambio di passo in Italia e mi auguro che il governo futuro abbia lo stesso atteggiamento. Io ne ho ereditati 93 e ne lascio meno di 20 di cui la maggior parte sono nomine. Il regolamento per la nautica in porto sta per essere inviato alle amministrazioni. È stato più difficile del previsto. Inoltre nell’ultimo decreto abbiamo anche inserito incentivi sul refitting della nautica da diporto. Il documento sull’economia del mare non è stato tutto realizzato, ma siamo andati avanti sulla pianificazione dei porti, che per anni non veniva realizzata per conflitti tra istituzioni. Abbiamo presentato i documenti per la pianificazione dello spazio marittimo, atteso da anni, aprendo la consultazione. In questo modo si potrà sapere come e dove realizzare parchi eolici off-shore, area pesca e diporto. Stiamo spingendo i nostri porti a prepararsi al salto di qualità della nautica più sostenibile. Non parliamo solo del cold ironing, ma della relazione tra porti, retroporti e città».