«Occorre che l’azionista Cassa Depositi e Prestiti, dopo l’uscita del capitale cinese, si appresti a un piano di rilancio e sostegno di Ansaldo Energia nel medio e lungo periodo: questo è quello che chiediamo come istituzioni del territorio. L’azienda è una grande risorsa per il sistema industriale italiano e lo sarà ancora di più per la divisione nucleare, visto che verso l’energia nucleare dovrà andare il nostro paese e l’Europa nel prossimo futuro. Non appena terminata questa crisi legata al costo del gas, auspico che un prodotto straordinario realizzato da Ansaldo Energia come le turbine possa tornare ad essere protagonista del mercato. ». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla crisi di Ansaldo Energia e alla manifestazione dei lavoratori che questa mattina sono scesi in piazza a Genova.
Un corteo composto da un migliaio di dimostranti è arrivato davanti alla sede della prefettura e una delegazione è stata ricevuta dal prefetto. I sindacati chiedono la ricapitalizzazione della società e lo sblocco di alcune commesse con Enel e Terna.
«Penso sia chiaro a tutti – ha aggiunto Toti – che rinunciare a un patrimonio industriale come Ansaldo Energia sarebbe miope per il nostro paese e quindi sono ottimista di avere risposte da Cassa Depositi e prestiti. È evidente che questi sono giorni paralizzati per il Paese dalla campagna elettorale e da un risultato atteso per domenica prossima, certamente sarà uno dei primi temi in agenda per il prossimo governo».
Gianni Pastorino, capogruppo di Linea condivisa in consiglio regionale, accusa le amministrazioni del centrodestra di non essere intervenute della vicenda. «È necessario – dice Pastorino – che il Comune e la Regione si facciano carico di sollecitare il nuovo Governo affinché ci sia una ricapitalizzazione dell’azienda. Fa riflettere il fatto che stamattina nessun rappresentante delle istituzioni, né del Comune né della Regione, sia venuto in corteo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Ansaldo che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Ansaldo ha comunicato che per il 2023 non ci sono commesse firmate. Questa situazione porta a uno scarico di 200 mila ore di lavoro a partire già dal prossimo 1 marzo, un dato quest’ultimo destinato ad aumentare se non si riuscisse a invertire rapidamente rotta».