Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 22-28 dicembre 2021 un incremento di tutti gli indicatori in Liguria: 756 i casi attualmente positivi, 22,4% la variazione positiva dei nuovi casi. Ormai sopra le soglie sia i posti letto in area medica, sia quelli in terapia intensiva: 28,8% e 18,7%.
«Da due mesi e mezzo – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi».
In 45 province l’incidenza supera i 500 casi per 100 mila abitanti: per la Liguria ci sono Imperia (763) e La Spezia (525).
L’aumentata attività di testing in Italia, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari (la media mobile a 7 giorni è passata dal 9,5% del 14 dicembre al 15% del 28 dicembre).
«Questi dati – commenta il presidente – dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane». Si registra una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi che consegue a vari fattori: identificazione di un maggior numero di casi, aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, aumento del numero delle persone guarite e numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane, si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante omicron. In particolare, negli ultimi 14 giorni per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 2,42% del 14 dicembre all’1,87% del 28 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,30% del 14 dicembre allo 0,22% del 28 dicembre.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +20,4% in area medica e +13,1% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 28 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15,9% in area medica e del 12,6% in area critica, con notevoli differenze regionali: la Liguria è tra quelle in cui il dato è piuttosto alto (28,8% area medica e 18,7% area critica).
Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) l’81,4% della popolazione italiana ha ricevuto almeno una dose di vaccino. La Liguria è di poco sotto la media nazionale sul totale, mentre si colloca al nono posto per ciclo completo.
La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. In particolare: l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 71,5% per i vaccinati entro 150 giorni al 30,1% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 71% dopo il richiamo;
l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,7% per i vaccinati entro 150 giorni all’82,2% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 94% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 68,2-82%) e soprattutto di malattia grave (dell’83,4-93,8% per ricoveri ordinari; del 91,9-97% per le terapie intensive) e decesso (del 79,6-96,4%).
Terza dose. Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 58,9% con nette differenze regionali: dal 45,2% della Sicilia al 68% della Provincia Autonoma di Trento e della Valle D’Aosta. La Liguria è nelle retrovie con il 59%.
«In questa fase della pandemia – chiarisce Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento. La corsa ai tamponi senza regole presenta diversi “effetti collaterali”: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost; infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da Covid-19».