Realizzare un “modello ligure” di integrazione delle prestazioni sanitarie, garantendo ai cittadini una maggiore efficienza ed efficacia dell’offerta sul territorio.
Questo l’obiettivo condiviso tra tutti i partecipanti dell’incontro sul tema della riorganizzazione della sanità territoriale, alla luce degli indirizzi del Pnrr. Il tavolo di lavoro si è svolto questa mattina tra i rappresentanti della Fimmg, con il segretario ligure Andrea Stimamiglio e il segretario genovese Andrea Carraro, e il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti. Presenti alla riunione anche il coordinatore della Struttura di missione della sanità ligure Giuseppe Profiti, il direttore generale del Dipartimento Salute e Servizi Sociali Francesco Quaglia e il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi.
Nel corso della riunione è stato deciso di aprire un tavolo di confronto nell’ambito della Struttura di missione che gestisce l’applicazione del Pnrr, per valutare ipotesi di sperimentazioni funzionali in relazione sia alla nascita delle case di comunità e degli ospedali di comunità, sia al rafforzamento della rete dei medici di medicina generale.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede 7 miliardi di euro a disposizione nell’ambito degli interventi della misura 6 che toccano proprio l’area dell’assistenza e della sanità territoriale: in programma, fra le altre cose, c’è appunto la creazione di 1.288 case della comunità entro la metà del 2026 (200 milioni l’investimento per questa misura). Si tratta di punti unici di accesso alle prestazioni sanitarie, in cui saranno attivi team multidisciplinari (medici di medicina generale, pediatri, assistenti sociali). Potranno essere strutture già esistenti o realizzate ex novo.
Il Pnrr prevede anche il potenziamento dei servizi domiciliari, con l’intenzione di prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche.