Chiusura contrastata per le principali borse europee, frenate dalle previsioni contenute nel World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale e dalle incertezze per il caso Evergrande. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’Italia per il 2021, con il pil dato in crescita del 5,8%, cioè 0,9 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di luglio. Per il 2022 la crescita è invariata al 4,2%. Con il +5,8% di quest’anno l’Italia cresce più della media dell’area euro, che segna nel 2021 un +5%. Al 2026 il pil italiano è stimato al +1,0%. Buone notizie anche sul rapporto debito/pil: il debito pubblico in Italia scende al 154,8% nel 2021, rispetto al 155,8% del Pil dello scorso anno e nel 2022 scenderà ancora al 150,4%, per assestarsi al 146,5% del Pil nel 2026. Il World Economic Outlook, però sottolinea come la politica monetaria in generale «dovrà camminare su una linea sottile», dovendo da un lato tenere sotto controllo l’inflazione e i rischi finanziari, dall’altro sostenere la ripresa economica. Il Fmi rileva un ritorno dell’inflazione ai livelli pre-pandemici per metà 2022, ma con considerevoli diversità tra Paesi.
Il Ftse Mib di Milano segna +0,23%, il Cac 40 di Parigi -0,34%, il Ftse 100 di Londra -0,23%, il Dax 40 di Francoforte -0,36%, l’Ibex 35 di Madrid +0,43%. In contrazione lo spread Btp/Bund a 105 punti -2,68%
A Piazza Affari in testa al listino principale troviamo Prysmian (+3,55%), Diasorin (+2,72%) e Saipem (+2,4%) dopo che JPMorgan ha alzato l’obiettivo di prezzo da 2,4 euro a 2,6 euro per azione. Tra i petroliferi, il calo del petrolio ha frenato gli altri titoli, così Tenaris segna -1,67%) ed Eni -0,27%.
Sul valutario l’euro/dollaro si indebolisce a 1,1546 (1,1561 dollari in apertura e 1,1574 ieri in chiusura). L’euro vale 131,07 yen, mentre il rapporto dollaro/yen è a 113,637.
Per quanto riguarda il petrolio il Wti novembre cala dello 0,13% a 80,55 dollari al barile e il Brent dicembre scende dello 0,38% a 83,33 dollari.