Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 23-29 giugno 2021 tutti gli indicatori in calo per la Liguria, che risulta sempre la Regione con meno casi attualmente positivi per 100 mila abitanti: solo 10. Una variazione percentuale negativa del 41,9%. Sempre meno i posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (3%) e in area medica (1%).
«Da 15 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Tuttavia si continua a rilevare una progressiva diminuzione dell’attività di testing che, ribadiamo, sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia».
Vaccini
Cala al 16,2% la percentuale di over 60 liguri che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino (la scorsa settimana era il 17,3%).
Tra gli over 80 sale di poco la percentuale di vaccinati con ciclo completo: da 87% a 87,8%. Il 5,3% ha ricevuto solo la prima dose.
Per quanto riguarda la fascia 70-79 anni si è passati dal 58,4% della settimana scorsa al 62,5% di questa. Il 21,7% ha ricevuto solo la prima dose.
Nella fascia 60-69 anni sale al 34,4% (era il 32,3% la settimana scorsa) la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale. Il 41,9% ha ricevuto solo la prima dose. Liguria che resta comunque nelle retrovie rispetto ad altre regioni.
Il totale della popolazione vaccinata in Liguria è del 32,6%, mentre il 24,7 ha ricevuto solo una dose.
Variante delta e strategia vaccinale
«Pur non conoscendo al momento l’esatta prevalenza della variante delta in Italia – spiega Renata Gili responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – la sua maggiore contagiosità e, soprattutto, la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l’impatto clinico e quello sui servizi sanitari». Due gli obiettivi prioritari: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, dall’altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia anagrafica. Tuttavia, se per i vaccini a mRNA l’intervallo minimo tra le due dosi può essere riportato a quello originale, 21 giorni per Pfizer-BioNTech e 28 giorni per Moderna, diverso è il caso di AstraZeneca. Se il richiamo sarebbe formalmente permesso dalle indicazioni del foglietto illustrativo a partire dalla quarta settimana successiva alla prima somministrazione, la circolare ministeriale n. 5079 del 9 febbraio 2021 raccomanda un intervallo ottimale di 10-12 settimane per garantire una maggiore efficacia del vaccino.
A seguito di tali valutazioni, la Fondazione Gimbe propone di rimodulare la campagna vaccinale negli over 60 come segue:
- Prime dosi: offrire solo vaccini a mRNA, sia per aumentare l’adesione alla campagna fortemente compromessa dalla diffidenza verso i vaccini a vettore virale, sia per evitare che i nuovi vaccinati restino esposti per le successive 10-12 settimane alla variante delta senza adeguata copertura;
- Seconde dosi:
- Pfizer-BioNTech e Moderna: somministrare la seconda dose rispettivamente a 21 e 28 giorni, anticipando i richiami fissati a intervalli più prolungati;
- AstraZeneca: estendere l’autorizzazione Aifa per offrire la vaccinazione eterologa anche agli over 60 (al momento off label), permettendo così di anticipare la seconda dose a 8 settimane dalla prima. In alternativa, mantenendo il ciclo completo con AstraZeneca, per proteggere gli over 60 non adeguatamente coperti dalla singola dose contro la variante delta, occorrerebbe ripristinare misure non farmacologiche più rigorose.
«Se per contrastare la diffusione della variante delta – dice Cartabellotta – devono tornare in campo i servizi territoriali potenziando contact tracing, sequenziamento e screening alle frontiere, per limitare l’impatto della Covid-19 severa e delle ospedalizzazioni occorre accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60. Ma serve una scelta strategica univoca, senza fughe in avanti delle Regioni, allineata con le indicazioni autorizzate dei vaccini e adeguatamente comunicata alla popolazione, anche perché, in relazione alle scorte di vaccini disponibili, nuove vaccinazioni e richiami degli under 60 potrebbero dover subire un rallentamento».