Piscine di Albaro riapre i battenti. A partire dal prossimo 1° febbraio la vasca interna dell’impianto natatorio genovese tornerà ad essere fruibile per quelle categorie – in prevalenza atleti agonisti – che sono autorizzate a svolgere allenamenti e gare nonostante la chiusura degli impianti su tutto il territorio nazionale decisa dal governo e ormai risalente, per quel che riguarda la seconda ondata, allo scorso 25 ottobre.
La riapertura della vasca da 33 metri è possibile grazie alla decisione di Cma Sistemi Antincendio, che si occupa – fra gli altri asset – anche di formazione marittima e quindi ha bisogno di spazi adeguati e soprattutto omologati per questa specifica attività. Piscine di Albaro è uno dei pochi impianti del Nord Italia a possedere queste caratteristiche e questo ha spinto l’azienda a sostenere parte dei costi necessari per la gestione ordinaria della struttura anche in assenza dell’utenza commerciale per poter continuare a offrire i suoi importanti corsi.
Uno spiraglio non sufficiente: «Anche in questi giorni sulla stampa abbiamo letto diverse grida di dolore in arrivo da altre realtà del territorio (la Crocera di Sampierdarena ha deciso di chiudere ndr) – commenta Luca Baldini, direttore di Piscine di Albaro – noi non possiamo che condividerle, anche alla luce delle nostre peculiarità. In questi mesi abbiamo svuotato le vasche e smontato il pallone pressostatico della piscina esterna per limitare al massimo i costi di gestione, che comunque restano elevatissimi, anche a impianto chiuso, soprattutto per una realtà, come la nostra, che non percepisce alcun contributo pubblico. Ci fa piacere riaprire, certo, e quindi poter ospitare altre attività legate all’agonismo oltre agli importanti corsi offerti da Cma, ma questo non può e non deve far passare in secondo piano la situazione che stiamo vivendo: dopo il prolungato periodo di chiusura della scorsa primavera, adesso siamo fermi da tre mesi e non si intravede la luce in fondo al tunnel».
Il periodo di stop forzato ha consentito alla direzione di effettuare alcuni lavori di manutenzione: «Siamo pronti a riaprire nella massima sicurezza, per la quale abbiamo investito parecchio – sottolinea Baldini – tuttavia, poter garantire che questo accada occorrono decisioni coraggiose e soprattutto aiuti concreti a realtà come la nostra, che senza ricevere alcun contributo pubblico garantisce uno spazio non solo di sport, ma anche e soprattutto di socialità e benessere».