«Abbiamo avviato un programma di investimenti imponente sull’accessibilità dal lato terra per i porti: la madre di tutti gli interventi resta il Terzo Valico ferroviario, che sarà completato nel 2023, ma senza l’ultimo miglio che raggiunge tutti i terminal, resta un intervento monco. Entro il 2024 completeremo la ferrovia pianeggiante e per quella data abbiamo predisposto una serie di lavori che ci consentirà di avere l’ultimo miglio a Sampierdarena».
Lo ha detto oggi Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar ligure Occidentale, nel corso del convegno in streaming da Lugano “Un mare di Svizzera 3”, sul ruolo del Ticino, i collegamenti con Genova e la Liguria.
Per Signorini, occorre anche lavorare sull’efficientamento delle tracce: «Abbiamo un problema nel nostro Paese per come funziona il traffico ferroviario passeggeri e merci: abbiamo una forte interdipendenza fra flusso pendolari e studenti, flusso a media e lunga percorrenza e merci, dobbiamo lavorare con Rfi e terminal per efficientare le tracce. E infine serve l’incentivazione: il treno funziona se incentivato».
Del collegamento ha parlato anche il sindaco di Genova Marco Bucci: «Nel 2023 apriremo il Terzo Valico con due gallerie che consentiranno l’alta velocità e Rfi sta già mettendo in cantiere le opere per il quadruplicamento della linea Pavia-Milano e quindi l’alta velocità fino a Milano, importantissimo per evitare di trovarci con tutto fatto ma senza l’ultimo pezzo».
«Appena sarà inaugurato il Terzo Valico potremo garantire 57-58 minuti fra Genova e Milano, un grandissimo risultato perché oggi sono circa 100 minuti. E possiamo fare di più, perché quando dall’uscita del Terzo Valico sino a Milano avremo l’alta velocità, i tempi scenderanno a 45 minuti», ricorda il sindaco.
Non solo infrastruttura ferroviaria: «A luglio 2021 − aggiunge Bucci − sbarcherà a Genova il cavo sottomarino portante praticamente tutta l’informazione del Sud Europa, quasi 300 terabyte al secondo, che poi proseguirà verso Milano, verso la Svizzera e verso Francoforte e sarà l’asse portante dal Sud Europa esattamente come lo è il corridoio Reno-Alpi. E nel futuro sappiamo che le merci, le persone e la cultura andranno insieme ai dati. Un’azione pionieristica: in passato, negli ultimi trent’anni, il corridoio dei dati è sempre passato attraverso Marsiglia, il Sud della Francia. Oggi è saturo quindi si sta aprendo appunto quello nuovo attraverso Genova, un corridoio dati che si associa al movimento merci».
Per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto al convegno virtuale, servono anche una serie di opere immateriali per far funzionare il sistema: «La rete tecnologica e una politica di incentivazione e promozione per potenziare l’attrattività dei porti, oltre a procedure più rapide e snelle». Il nodo da superare è la burocrazia: «Il vero tallone d’Achille del Paese, i cui tempi non sono compatibili con la tragedia che stiamo vivendo».
Ancora, per Toti i finanziamenti del recovery fund «devono essere una gigantesca leva di opportunità che stimoli anche altri investimenti privati da parte delle imprese e produca un incremento della produttività complessiva del sistema».