Sono altri tre i progetti bocciati da Invitalia tra i 15 presentati per l’Area di crisi industriale complessa di Savona. Oltre a quello di Apm Terminals, di cui si era già avuta notizia a gennaio, è arrivato il no a Pegaso Systems srl, Carbongraph srl e Zincol Ossidi spa.
Le tre imprese avevano presentato un programma di investimenti rispettivamente di 20,9 milioni (chiedendone 14,9 di agevolazioni), 7,6 milioni (5,3 di agevolazioni) e 2,9 milioni (2,1 di agevolazioni), per un totale di 138 posti di nuova occupazione.
«I tempi sulle risposte da parte di Invitalia contrastano con i tempi d’impresa – commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – la finalità principale dell’intervento a sostegno delle Aree di crisi complessa doveva essere quella di offrire un celere supporto a possibili iniziative imprenditoriali che potessero mitigare la grave crisi che negli anni si è concentrata su tale zona, incrementando in particolare l’occupazione. Allo stato attuale della situazione, invece, non possiamo che riscontrare lungaggini da parte di Invitalia, su cui chiediamo un pronto intervento da parte del Mise per non vanificare gli effetti della misura e soprattutto non mortificare il tessuto economico savonese».
Il bando, a valere sulla legge 181/89, ha una dotazione finanziaria nazionale di 20 milioni di euro.
«Le imprese – dice Benveduti – escluse dai finanziamenti di Invitalia avrebbero dovuto insediarsi nel Parco Tecnologico di Ferrania. A questo punto la Regione, sebbene a suo tempo avesse convenuto con le parti sociali di accodare il proprio intervento a quello di Invitalia per massimizzarne sinergie e i risultati, non può permettersi di aspettare ulteriormente. Pertanto, accanto al primo bando a sostegno della ricerca di 3 milioni e mezzo già concluso nella sua prima parte a marzo e previsto entro giugno nella sua seconda, verranno immediatamente messi in lavorazione quelli relativi agli investimenti produttivi». Si tratta di 12 milioni e mezzo, a cui andranno aggiunti i 3 milioni per infrastrutture di ricerca.
Il primo, destinato già all’origine alle Pmi, vedrà pianificata una parte a fondo perduto accanto a una a finanziamento ed entrambi saranno finalizzati entro giugno, con risposte alle proposte di investimento in tempi brevi (massimo 45 giorni).
Benveduti aggiunge: «Dobbiamo però da tutto ciò purtroppo riscontrare come la parte in capo a Invitalia, a questo punto, non sia evidentemente in grado di rispondere all’urgenza e alle necessità che la lunga fase di preparazione e condivisione sul territorio con tutti gli stakeholders avrebbe dovuto con chiarezza far recepire. I lunghissimi tempi di lavorazione delle proposte, più di 6 mesi e i molti riscontri negativi di cui siamo stati fin qui edotti, fanno quindi ritenere urgente da parte di Invitalia stessa un profondo ripensamento delle procedure amministrative e di valutazione, apparentemente oggi estremamente onerose, complesse e selettive».
Le domande erano state presentate tra settembre e i primi di ottobre 2018. Oggi risultano in istruttoria ancora le domande di Cartiere Carrara spa, First Plast srl, Film Ferrania srl ed Esso Italiana srl: un totale di oltre 34 milioni di investimenti, per circa 80 nuovi posti di lavoro. Risultano in graduatoria le domande di Movinter srl, Interporto di Vado – Intermodal operator spa, Transmare srl, Quidam srl, Comelt spa e Scilla srl. Giudicata non accoglibile la domanda di 3F di Ferrecchi Silvano spa.