Nei prossimi anni ci sarà una carenza di medici specialisti. Lo denuncia uno studio del sindacato dei medici Anaao Assomed, che rileva le possibili future carenze per “l’errata programmazione delle borse di specialità perpetrata negli anni passati”, perché nei prossimi anni “non basteranno i neo specialisti a sostituire chi andrà in pensione”. In termini numerici, le previsioni dell’Anaao Assomed parlano di una mancanza di 16.700 medici nei prossimi anni.
In Liguria lo studio prevede una carenza complessiva di 853 specialisti. Le carenze principali riguarderanno la medicina d’urgenza con 98 medici, l’anestesia e rianimazione con 99 medici, la medicina interna con 84 specialisti, la pediatria con 102, la cardiologia con 53, la psichiatria con 63 e la chirurgia generale con 59 medici.
Da un confronto tra fabbisogni dichiarati dalla regione e previsione di medici in pensionamento nel periodo 2018-2025, i numeri assoluti evidenziano che la Liguria richiede più specialisti di quanti non ne vengano concessi dal Miur, ma sono comunque insufficienti secondo le nostre stime di pensionamento. Inoltre i numeri relativi espressi per le singole specializzazioni non appaiono congrui per le branche in deficit. La regione contribuisce alla formazione specialistica con il finanziamento di 9 contratti regionali/anno.

Tra il 2018 e il 2025 andrà in pensione circa la metà dei 105 mila medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica italiana: 52.500. Le carenze saranno soprattutto in alcune aree di specialità medica, come la medicina d’urgenza, la pediatria e la chirurgia, l’anestesia e la ginecologia. Lo studio indica anche le regioni che avranno più difficoltà: Sicilia, Piemonte e Toscana.
Per quanto riguarda proprio la mappa regionale delle carenze, si sottolinea in particolare il dato della Sicilia, a cui mancheranno 2.251 specialisti da qui al 2025. In Piemonte si registrano i maggiori problemi tra le regioni del Nord, con un saldo negativo di 2.004 medici, seguito a poca distanza dalla Lombardia, con 1.921. Tra le regioni del centro Italia il primato negativo va alla Toscana, con un saldo negativo di 1.793 unità.