«Abbiamo ricevuto progetti di altissimo livello, questo fa onore a Genova che ha grande visibilità ogni giorno. Siamo soddisfatti di come è stata svolta l’indagine di mercato», il commissario per la demolizione e ricostruzione del viadotto Polcevera Marco Bucci ha ufficializzato l’assegnazione alla cordata Salini Impregilo-Fincantieri-Italferr e dà qualche dettaglio (non troppo) in più su ciò che accadrà da ora in poi.
Intanto è confermata la data del 20 di dicembre per il passaggio di proprietà delle case che rientrano nella zona rossa: «Abbiamo già siglato oltre la metà dei contratti».
Sul lato Est è prevista la posa di 6 piloni d’acciaio che terranno sollevato il ponte, in modo da consentire alle persone di rientrare in casa in sicurezza, alle imprese di togliere l’amianto prima della demolizione e ai periti del gip di fare valutazioni in sicurezza.
Per quanto riguarda i sottoservizi, alcuni lavori sono in partenza già adesso, aspetti necessari sia per consentire la demolizione sia la ricostruzione.
Il progetto di costruzione durerà 12 mesi: 9 mesi effettivi, più 3 di collaudi.
Bucci non si sbottona sullo spiegare perché è stato scelto questo progetto rispetto agli altri, ma elenca le categorie che hanno fatto da discriminante: qualità, manutenzione, estetica, costi, facilità di realizzazione, rischi.
«Il ponte ricorda, nelle sue sezioni, la forma di una nave – descrive Bucci – i piloni sono sottili e snelli e richiamano la prua della nave, mentre l’impalcato la sezione. Lo vedo molto vicino alla realtà di noi genovesi e liguri: una cosa solida, ben piantata, ma che va avanti passo dopo passo, è funzionale ma anche bello, nel nostro stile di rimboccarci le maniche. L’impalcato sarà in acciaio, le basi in calcestruzzo, le pile in calcestruzzo e acciaio».
Nel decreto viene anche specificato (ma non è stata questa la discriminante, dice Bucci) che è stato privilegiato un progetto che non prevedesse parti sospese o strallate per questioni psicologiche degli stessi genovesi a ripercorrere il tratto.
«L’idea progettuale è la stessa di quella presentata a fine agosto-inizio settembre», precisa Bucci, che aggiunge: «Non è stata fatta nessuna “gara” tra i progetti, abbiamo scelto senza fare confronto». Sul nome del nuovo ponte ancora non c’è nessuna idea precisa.
Entro fine anno è stato fissato l’obiettivo di rendere integrati i contratti di demolizione e ricostruzione.
Il ponte sarà a 6 corsie, di cui due di emergenza, con passaggio pedonale per l’ispezione e pannelli fotovoltaici per l’illuminazione.
A febbraio/marzo partirà il progetto di riqualificazione dell’area sottostante, curato dall’assessore all’Urbanistica Simonetta Cenci con Urban Lab: «Riguarderà l’area Campasso-Certosa, ci sarà un concorso internazionale, più altri concorsi dedicati a giovani architetti per alcune aree specifiche», assicura Bucci.
Entro due mesi il commissario spera anche di capire se questo progetto sia integrabile con quello della Gronda che prevede un totale ridisegno della parte Est dello svincolo (gallerie al posto dell’attuale elicoidale).
Secondo Bucci Autostrade farà il suo dovere, previsto l’invio di una lettera con la “lista della spesa”: «Hanno già dato anche la disponibilità di fornire tutti i dettagli tecnici».
La posa della prima pietra tra febbraio e marzo.