La richiesta d’avvio della procedura fallimentare per Qui! Group da parte della Procura di Genova desta nuovi preoccupazioni per gli esercenti, mettendo a rischio i rimborsi che spettano a migliaia di pubblici esercizi. A lanciare l’appello è Giancarlo Banchieri, presidente nazionale di Fiepet, l’associazione che riunisce i gestori di pubblici esercizi aderenti a Confesercenti, rilanciato dal vicepresidente provinciale Matteo Zedda: «Sono centinaia le imprese liguri esposte, la preoccupazione tra gli esercenti è fortissima: si rischia un’ecatombe».
Tanti sono i bar e i ristoranti che devono recuperare dall’azienda emettitrice di ticket il corrispettivo per i buoni pasto già accettati. E molte di queste imprese hanno sede proprio in Liguria, in considerazione dei tanti appalti sottoscritti da Qui! Group con le varie istituzioni locali per l’erogazione del servizio sostitutivo di mensa.
Gli ammanchi per singola impresa arrivano in molti casi a superare i 50mila euro, in alcuni addirittura i 100mila. Cifre importanti, soprattutto per le attività di minori dimensioni. «Siamo vicini ai dipendenti di Qui!Group, ma anche tra gli esercenti la preoccupazione per la procedura fallimentare è altissima», spiega Banchieri. «Con il fallimento, migliaia di esercenti che vantano un credito nei confronti di Qui!Group rischiano di veder svanire ogni possibilità il risarcimento, un colpo gravissimo per molti di loro».
La richiesta di Fiepet è di un intervento da parte del governo: «Chiediamo al ministro Luigi Di Maio di aprire un tavolo di crisi per risolvere il problema, causato da un appalto pubblico e che coinvolge migliaia di imprese. Occorre definire il perimetro del debito verso gli esercenti e assicurare i pagamenti con tutti i soggetti interessati: associazioni di categoria, regioni, Consip e Qui!Group. Dobbiamo trovare una soluzione per la salvaguardia dei crediti vantati dai pubblici esercizi, che permetta loro di recuperarli integralmente e in tempi rapidi. O molti saranno costretti ad abbassare la saracinesca», spiega Banchieri.
«Confesercenti Genova non può che unirsi all’appello del presidente nazionale, un rapido intervento delle istituzioni è quanto mai necessario per evitare che la vicenda si tramuti in un’ecatombe di bar, ristoranti e negozi di alimentari, visto anche il periodo di scadenze fiscali e tributarie che si avvicina − aggiunge Zedda − In Liguria, e in particolare proprio a Genova, sono centinaia gli esercizi coinvolti, molti dei quali esposti, come purtroppo noto, anche per diverse decine di migliaia di euro. La preoccupazione tra gli imprenditori è fortissima, considerato che per alcune aziende i buoni pasto costituiscono anche più dell’80% dell’incasso».