Il punteggio, anche se sono dati provvisori, è di 198 per il 2016, +2 punti rispetto al 2015. Riguarda la Liguria che con questa cifra si classifica settima nella “griglia Lea” rispetto alle altre regioni.
I Lea sono i livelli essenziali di assistenza, ossia l‘insieme di tutte le prestazioni, servizi e attività che i cittadini hanno diritto a ottenere dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), allo scopo di garantite in condizioni di uniformità, a tutti e su tutto il territorio nazionale.
Al primo posto il Veneto con 209, tallonato dalla Toscana con 208. Terzo il Piemonte con 207. Poi Emilia Romagna e Umbria. La tanto decantata Lombardia, spesso presa a modello qui in Liguria, è solo due punti sopra alla nostra regione con 198.
La soglia minima è di 160. In Italia sono ancora due regioni a non rispettarla: Calabria e Campania, segno che a seconda di dove si abiti, le cure sanitarie possono essere molto diverse, ben distanti dall’idea di uniformità.
I dati sono indicati all’interno del rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2018 della Corte dei Conti, che contiene altri indicatori interessanti sulla sanità per valutare l’appropriatezza e la qualità dell’assistenza.
Per esempio si scopre che la Liguria è ancora indietro sulla percentuale di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale: il 15,3%, mentre dovrebbe essere meno dell’8,2%. Bene invece sui minuti che passano dalla chiamata al 118 all’arrivo dei mezzi di soccorso: 14 minuti, la performance migliore insieme alla Lombardia. Da migliorare sull’appropriatezza la percentuale delle dimissioni dai reparti chirurgici con drg medico (diagnosis-related group ossia raggruppamento omogeneo di diagnosi, un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale in gruppi omogenei per assorbimento di risorse impegnate. Consente di quantificare economicamente e quindi remunerare ciascun episodio di ricovero): 30,4%, mentre ne sono richiesti meno del 28,59. Anche la degenza media preoperatoria è fuori scala: dovrebbe essere meno di 1,70 giorni, ma in Liguria è a 2,36 giorni.
Anche le percentuali di parti cesarei non sono in linea con quanto richiede l’indicatore: quelli primari in strutture con meno di 1000 parti all’anno sono il 20% all’anno in Liguria, mentre dovrebbero essere sotto il 15%. Anche la percentuale di parti cesarei primari è più alta: 24,4%, invece di un dato inferiore al 20%. Quasi raggiunta la percentuale sulle operazioni entro 2 giorni per i pazienti over 65 con la frattura del collo del femore: 57,19% contro i 60 richiesti.