
Cresce il risparmio gestito in Italia. Il basso rendimento dei titoli di Stato induce i risparmiatori a guardare con attenzione ad altri strumenti finanziari e ad affidarsi, con l’intermediazione delle banche, a realtà specializzate con cui si è consolidato negli anni un rapporto di fiducia. È il caso di Arca Fondi SGR, società di gestione storica nel panorama italiano, che grazie allo stretto rapporto di partnership con Banca Carige gestisce i risparmi di molti liguri.

«In Liguria, come anche in altre parti d’Italia, stiamo registrando un forte interesse nei confronti del risparmio gestito – commenta Massimiliano Lattanzi, responsabile della pianificazione commerciale di Arca Fondi SGR – Si pensi, a riguardo, che solo nel periodo gennaio-marzo del 2018 la clientela di Banca Carige, che è prevalentemente ligure, ha già investito nei prodotti Arca circa 200 milioni di euro, i due terzi di quanto raccolto nel corso di tutto il 2017».
Arca Fondi SGR è partner strategico di Carige per il collocamento di prodotti di risparmio gestito della banca, che nel terzo trimestre del 2018 è tornata in attivo dopo cinque anni di bilancio in rosso, anche grazie all’andamento positivo degli impieghi alla clientela e alle commissioni. I due partner crescono insieme.
«Sono risultati significativi – spiega Lattanzi – prodotto dello sforzo portato avanti con la rete commerciale di Banca Carige. Abbiamo lavorato al time to market di prodotto, ovvero alla collocazione del prodotto in tempi più rapidi, monitoriamo attentamente i risultati e ci incontriamo almeno una volta al mese per fare insieme il punto e confrontarci sulle esigenze e le opportunità commerciali per la clientela. Abbiamo anche rifocalizzato l’attenzione sulle attività di comunicazione sia verso la città e la regione, con la promozione congiunta di importati eventi cittadini, si pensi all’evento nel 2017 con Carlo Cottarelli che riproponiamo anche quest’anno il 20 giugno in occasione del lancio del nuovo libro, sia rivolgendoci alle strutture interne della banca, organizzando diversi workshop formativi ed iniziative motivazionali».
Il ruolo dei Pir
Un impulso fondamentale allo sviluppo del risparmio gestito è stato dato dall’introduzione, con la legge 11/12/2016, n. 232, dei Piani individuali di risparmio, «un nuovo strumento fiscalmente incentivato volto a canalizzare nuovo risparmio verso le Pmi italiane e sostenere lo sviluppo economico del Paese – puntualizza il responsabile della pianificazione commerciale di Arca Fondi – le agevolazioni fiscali previste sono relative a un investimento fino a 30 mila euro l’anno, 150 mila euro in cinque anni. Il vincolo di diversificazione prevede che almeno il 70% del fondo debba essere investito in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o europee, purché abbiano una stabile organizzazione in Italia. La norma prevede poi che il 30% di questa quota del 70% debba essere investito in strumenti emessi da imprese non incluse nell’indice Ftse Mib, ovvero in aziende di dimensioni minori».
Arca Fondi Sgr, ricorda Lattanzi, è stata tra i primi operatori a lanciare sul mercato i Pir che, secondo le stime di Prometeia nel 2017 hanno rappresentato quasi il 15% dei flussi investiti dalle famiglie. Ma per proporre con successo un nuovo prodotto finanziario a chi non ha dimestichezza con la materia bisogna farlo conoscere. Di qui un’intensa attività di divulgazione e di educazione finanziaria da parte di Arca Fondi Sgr che in Liguria, insieme al partner Carige, ha organizzato numerosi eventi. Corner finanziari sono stati avviati nelle agenzie pilota o flagship di Sestri Ponente (Agenzia 21), Chiavari, Sanremo.
Grazie alla raccolta Pir, Arca Fondi SGR investe nel capitale azionario delle piccole e medie aziende con lo scopo di promuoverne la crescita. «Nel 2017 è cresciuto sensibilmente, circa il doppio, il numero delle aziende quotate nei segmenti minori e nel 2018 si prevedono 50 nuove matricole. Come Arca Fondi siamo presenti nel capitale di una sessantina di società quotate nei segmenti minori – spiega Lattanzi – in quest’ambito la Liguria registra però un numero piuttosto basso di nuove quotate ed è per questo che stiamo lavorando ad iniziative di educazione finanziaria mirate sul target imprese. I fondi, come Arca, che investono a medio lungo termine impostano sempre insieme all’azienda un piano con obiettivi pluriennali e possono offrire un contributo importante allo sviluppo del tessuto imprenditoriale. Dobbiamo trasmettere il messaggio che un fondo non impone all’azienda rigidità o cambiamenti non voluti ma richiede, in compenso, una trasparenza e l’adozione di best practices che hanno poi una ricaduta positiva sia sull’organizzazione d’impresa sia sulle relazione che questa intrattiene con l’esterno, sia con i mercati finanziari che con clienti e fornitori. Strumenti come i Pir, oltre ad offrire nel medio-lungo periodo rendimenti interessanti al risparmiatore, hanno il grande merito di rafforzare un circuito virtuoso che mette a servizio delle Pmi le competenze degli investitori istituzionali. E’ questo concetto va spiegato e comunicato alle imprese».
I Pir, fa notare Lattanzi, vengono sottoscritti in larga misura da chi non ha mai investito in fondi comuni e questa è un’ulteriore conferma della validità dello strumento. «I fondi sono una forma evoluta di risparmio che prevede trasparenza, correttezza e un chiaro bilanciamento tra rischi e benefici. Di conseguenza chi investe in questi strumenti è tendenzialmente un risparmiatore consapevole. Negli anni abbiamo fatto un grande sforzo di informazione ed educazione finanziaria sia della clientela che del personale bancario che opera nella consulenza finanziaria. Bisogna saper sfuggire alla “trappola del tempo”, ovvero alla tentazione ossessiva di guardare tutti i giorni l’andamento della propria quota, essere consci dell’orizzonte temporale dei propri investimenti come dei rischi che ci assumiamo di fronte alla prospettiva di determinati rendimenti. Il lavoro portato avanti da Arca Fondi e Banca Carige in questo ambito formativo è stato impegnativo ma sta dando risultati importanti sia in termini commerciali che, ed è ciò cui teniamo di più, in termini di soddisfazione della clientela».