Migliorare il sistema di allerta e la pianificazione di protezione civile lavorando sulla formazione dei tecnici e degli amministratori, fornire ai Comuni gli strumenti necessari per potenziare la loro capacità di risposta agli eventi. Sono questi gli obiettivi del progetto Proterina-3Evolution, cofinanziato da Interreg Italia Francia Marittimo 2014-2020 di cui Regione Liguria è capofila.
Un’iniziativa di cui si è conclusa nei giorni scorsi la prima sperimentazione di pianificazione partecipata, dopo l’introduzione delle nuove norme di Protezione civile. Il progetto ha un partenariato di 14 tra enti pubblici e di ricerca. In Liguria, oltre a Regione Liguria, Fondazione CIMA e Città Metropolitana Genova partecipano come soggetti attuatori, Anci Liguria, Arpal e Università di Genova per un budget complessivo di oltre 1,5 milioni di euro.
La sperimentazione è stata condotta in cinque Comuni dell’Alta Val Polcevera (Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Serra Riccò e Sant’Olcese), si è articolata in tre giornate focalizzate in particolare sulla tematica della gestione delle scuole durante le allerte e le emergenze per alluvioni.
La prossima tappa sarà a fine maggio nello spezzino: coinvolti i Comuni di Ameglia e Arcola. Successivamente, da settembre, sarà la volta di Albenga.
«Regione Liguria e Arpal hanno lavorato molto negli ultimi anni per migliorare il sistema di allertamento e i risultati sono evidenti − dichiara l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone − L’allerta non si discute ma si rispetta. Con questo progetto, e non solo, stiamo cercando di dare ai Comuni gli strumenti necessari per potenziare la loro capacità di risposta agli eventi: li aiuteremo a migliorare la pianificazione di protezione civile lavorando sulla formazione di tecnici e amministratori, sul coinvolgimento della popolazione, ma anche effettuando degli interventi cosiddetti di flood-proof ossia doteremo alcuni edifici sensibili di paratie mobili per impedire che si allaghino. Azioni concrete a supporto di alcuni Comuni pilota, ma con l’obiettivo di creare un modello da estendere a tutto il territorio ligure e non solo».
Le prime tre giornate di sperimentazione hanno attivamente coinvolto la popolazione. Una tavola rotonda a Campomorone per rispondere alle domande di cittadini, insegnanti, amministratori, volontari e tecnici. A Sant’Olcese si è lavorato insieme per mappare il rischio sul territorio ed è stato effettuato un sopralluogo del territorio con i cittadini guidato da volontari, tecnici e amministratori comunali. A Serra Riccò la giornata è stata dedicata alla condivisione delle scelte tra cittadini, mondo della scuola e amministratori per siglare un Patto Scuole-Comuni e un Patto Scuola-Famiglia.
Tutti gli incontri sono stati accompagnati da laboratori per bambini tra i 5 e i 10 anni curati da personale di Arpal e Fondazione Cima.
Nel corso del confronto con la popolazione sono emerse anche alcune idee: un insegnante, per esempio, ha proposto di chiedere alle famiglie di dotare i bambini di uno “Zainetto dell’allerta” da portare a scuola nelle giornate di allerta gialla e arancione. Si tratterebbe di inserire all’interno una merenda rinforzata, una bottiglietta d’acqua in più, un gioco e un piccolo vademecum con le buone pratiche di protezione civile: tutti oggetti utili nel caso in cui l’aggravarsi della situazione costringa alunni e docenti a trattenersi a scuola oltre l’orario previsto per ragioni di sicurezza.
«Con questo progetto Regione Liguria si pone nel ruolo di apripista nazionale rispetto al tema della pianificazione di protezione civile – dichiara Marina Morando, ricercatrice di Fondazione Cima e responsabile del progetto – In Liguria i Comuni di Quiliano nel 2015 e Arenzano nel 2017 sono stati precursori con Proterina Due, di quanto ora previsto dalla norma. Il lavoro fatto con i Comuni pilota di Proterina-3èvolution sarà un altro tassello di un modello che si candida a essere una buona pratica nazionale».