Un capolavoro di Anton Maria Maragliano (1664-1739), una scultura lignea policroma di San Sebastiano commissionata nel 1700 dalla Confraternita dei Bianchi di Rapallo dove è stata conservata nei secoli con ogni cura, è in mostra da oggi fino a luglio prossimo al Metropolitan – MET Breuer a New York City per la mostra “Like Life – Sculpture, Color and the Body (1300-Now)”, che mette in dialogo centoventi opere nell’arco di sette secoli sul tema della resa del corpo umano nell’arte scultorea, dall’idealizzazione al realismo attraverso ogni tipologia stilistica e materica, con opere fra gli altri di Donatello, Canova, Rodin, Degas, Fontana, Koons, Hanson.

La Soprintendenza ad Arechelogia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria in sinergia con la Confraternita ha da subito colto la grande opportunità rappresentata dall’eccezionale interesse del MET di New York City verso la nostra arte. Alessandra Cabella della Soprintendenza, responsabile della tutela storico-artistica del levante genovese, ha dettato e curato ogni aspetto della tutela per il viaggio e l’esposizione temporanea della scultura: il necessario restauro preventivo, l’assicurazione, l’imballo e il trasporto in tre doppie casse museali climatizzate e l’accompagnamento per la verifica diretta del “condition report”, lo stato sanitario dell’opera in movimento. Cabella ha accompagnato la statua nel suo viaggio a New York e la riporterà a Rapallo al termine della mostra. Ogni spesa (circa 40.000 euro) è stata esclusivamente a carico del MET.
«Questa attenzione e determinazione nel volere un nostro bene culturale a ogni costo in mostra oltreoceano – commenta Cabella – non può non far riflettere sulla necessità di coscienza e consapevolezza in situ del nostro patrimonio culturale, immenso tesoro identitario delle comunità sul territorio, spesso troppe volte ignorato dagli stessi abitanti e amministratori».
Per la mostra, la scultura è stata restaurata dal laboratorio di Cesare Pagliero a Savigliano, sotto la direzione di Cabella. Arterìa ha curato tutta la parte logistica relativa all’imballaggio e al trasporto dell’opera in tre doppie casse museali climatizzate e ammortizzate.
Scolpito in legno e policromato, il San Sebastiano era in origine il fulcro di una cassa processionale corredata da putti angelici angolari, poi trafugati. Capolavoro giovanile di Anton Maria Maragliano, è stato commissionato il 31 maggio 1700 dall’Oratorio dei Bianchi di Rapallo per 400 lire genovesi e si ispira direttamente al grande capolavoro in marmo bianco realizzato da Pierre Puget fra il 1664 e il 1668 per la basilica genovese di Santa Maria Assunta in Carignano, eccezionale parrocchia gentilizia dei Sauli. Accanto a questa matrice preponderante, vibrano nel San Sebastiano anche accenti berniniani e un richiamo all’opera grafica di Paolo Gerolamo Piola.
Anton Maria Maragliano è il grande e raffinato artista in legno del barocco genovese. Titolare di una bottega con numerosi allievi, a lui si devono eccezionali sculture lignee intagliate e dipinte a simulare il vero: spettacolari casse processionali come teatri lignei in movimento, crocifissi processionali e da altare, statue raffiguranti la Madonna e santi. Il suo linguaggio di rinnovamento nel panorama locale coniuga una preziosa scrittura decorativa fra ispirazione aulica e gusto popolaresco.
La Confraternita della SS. Vergine Maria Madre di Dio, del Protomartire Santo Stefano e della SS. Trinità (Oratorio dei Bianchi) di Rapallo è attiva dal 1267.