Contrasto con la disciplina europea, pregiudicando la libera concorrenza, violazione dell’articolo 117 primo comma e secondo comma, lettera e, cioè la parte in cui viene espressamente detto che lo Stato ha potestà legislativa esclusiva su: moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie.
Le due leggi impugnate sono la numero 25 del 10/11/2017 “Qualificazione e tutela dell’impresa balneare” e la numero 26 dello stesso giorno sulla “Disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative“.
Queste le motivazioni precise per la 25: alcune norme che riguardano l’assegnazione delle concessioni balneari marittime alle imprese balneari liguri si pongono in contrasto con la disciplina europea, pregiudicando altresì la libera concorrenza.
Nella legge 26 alcune norme, configurando un regime di preferenza per i soggetti titolari di concessioni in atto, si pongono in contrasto con il diritto europeo e con la disciplina nazionale in materia di concessioni.
Cosa dicono le due leggi
La “mossa” della Regione Liguria era stata pionieristica in Italia, le due proposte approvate dall’assemblea legislativa riguardavano da un lato la direttiva Bolkestein, prevedendo l’estensione della durata delle attuali concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative per trent’anni, riconoscendo anche il principio del legittimo affidamento; dall’altro la qualificazione e la tutela delle imprese balneari liguri, sia dal punto di vista economico culturale, sia per il valore e la loro tipicità.
Proprio ieri l’assessore regionale competente Marco Scajola, evidenziava invece uno studio del Parlamento europeo in materia di legittimo affidamento, di periodo transitorio e sulle differenze esistenti tra i diversi Paesi europei a svantaggio dell’Italia, in cui pare venisse confermato che “la riforma delle concessioni balneari deve tenere conto del legittimo affidamento agli attuali imprenditori e della necessità di tutelare gli interessi economici di chi fin’ora ha investito in queste attività”. Sempre nello studio si sostiene che “altri Stati europei hanno risolto positivamente la questione della Bolkestein, pertanto occorre che, anche in Italia, si armonizzi il settore senza disparità, ma anzi prendendo esempio dalle esperienze di Spagna, Portogallo e Croazia con lunghe concessioni dai 30 ai 75 anni”.
Questo il commento a caldo (affidato a un comunicato stampa) di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e di Marco Scajola, assessore al Demanio: «L’impugnativa è arrivata in extremis perché fra tre giorni sarebbero scaduti i termini per farlo. Vogliono stroncare il lavoro di mesi e mesi fatto da tecnici e amministratori, tenuto conto che più Comuni di vario colore politico e tutte le Associazioni di categoria avevano espresso parere favorevole. Il dato politico è la responsabilità che si assume il governo di non aver lavorato in questi anni a una legge che desse garanzie alle aziende balneari, motivo in più che ci ha indotto, come Regione Liguria, a procedere autonomamente».
«La cosa assurda di questa vicenda – aggiunge Scajola – è che di fronte a un vuoto legislativo che il governo avrebbe dovuto colmare entro il 2017, l’esecutivo ha preferito intervenire, in modo assurdo, contro una regione che ha cercato di tutelare le sue imprese».