Verranno presentati a Boston nei giorni 8-10 dicembre 2017, all’International Symposium on ALS/MND, il Simposio Internazionale sulla Sla e malattie nel motoneurone, i risultati emersi al termine dei primi quattro mesi della fase sperimentale di “ConFido: quattro zampe in corsia”, sviluppata dal Centro Clinico NeMO di Arenzano (Genova).
Nato da un’idea di Mondovicino Outlet Village, in collaborazione con la Fondazione Vialli e
Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus, “ConFido” è il primo progetto scientifico di Terapia
Assistita con il cane, in grado di dare benefici fisici e psicologici ai pazienti affetti da SLA e da malattie neuromuscolari.
Il progetto, iniziato in una realtà sanitaria di eccellenza della Liguria, grazie al sostegno dell’ASL3, verrà conosciuto dalla comunità internazionale che si occupa di malattie neuromuscolari. Nei primi quattro mesi del Progetto Pilota sono stati coinvolti 50 pazienti, 25 dei quali hanno preso parte al “gruppo Pet Therapy”. Dal 5 settembre 2016 al 4 gennaio 2017, questi pazienti sono stati sottoposti a 170 sedute di Terapia Assistita con due pastori svizzeri bianchi, seguiti da uno staff composto da: medico, fisiatra, fisioterapista, terapista occupazionale, psicologa, veterinario e coadiutore del cane. Gli altri 25 pazienti coinvolti nel progetto, considerati come “gruppo di controllo” per permettere la valutazione dell’efficacia dello studio di Terapia Assistita con il cane, sono stati sottoposti a trattamenti di fisioterapia e terapia occupazionale tradizionali.
Attraverso la somministrazione di questionari standardizzati, in fase pre e post trattamento, è stato indagato il vissuto di ansia e depressione, con un questionario specifico per i pazienti ospedalizzati, e la performance motoria agli arti superiori e inferiori. I primi risultati hanno rilevato una riduzione statisticamente significativa dell’ansia, nel gruppo dei pazienti coinvolti nella “Pet Therapy”, rispetto a quelli sottoposti al trattamento tradizionale (“gruppo di controllo”). Rispetto alla valutazione della performance motoria, sia di fisioterapia che di terapia occupazionale, è emerso un miglioramento equivalente in entrambi i gruppi, mostrando di fatto come il trattamento assistito con il cane sia valido almeno quanto un trattamento tradizionale. I dati di questa prima esperienza pilota saranno presentati a Boston, al più importante Congresso internazionale sulla SLA, giunto alla sua ventottesima edizione.
Con il prosieguo del “Progetto ConFido”, per un totale di nove mesi, sono stati coinvolti in tutto 110 pazienti, 55 dei quali appartenenti al gruppo “Pet Therapy”, che hanno eseguito un trattamento fisioterapico e di terapia occupazione assistita con il cane. Con l’aumento del numero dei pazienti coinvolti nel trattamento, emergono nuovi elementi di riflessione. I nuovi dati del progetto integrale sono stati presentati in anteprima al Palazzo Ducale di Genova. «I risultati di questa seconda fase dello studio – afferma Manuela Vignolo, fisiatra del Centro Clinico NeMO di Arenzano e responsabile scientifico del progetto – confermano la riduzione dei vissuti di ansia nel gruppo dei pazienti coinvolti nel percorso di “Pet Therapy”, a cui si associa questa volta anche una diminuzione della depressione. Per lo stesso gruppo di pazienti, accanto a questi aspetti più propriamente psicologici, emerge un nuovo dato statisticamente significativo, legato al miglioramento della performance motoria: migliorano l’equilibrio e la propriocettività, ossia la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio. Questo dato ha una evidente ricaduta sulla capacità di mantenere la stabilità soprattutto nei cambi direzionali. Questo nuovo risultato positivo rispecchia l’osservazione che effettuiamo quotidianamente nella nostra palestra riabilitativa, di una elevata aderenza che i pazienti dimostrano nell’eseguire il trattamento proposto in associazione al cane. È con gioia pertanto che proseguiamo il nostro lavoro anche dal punto di vista dell’osservazione scientifica, grati ai nostri sostenitori e stimolati dall’offrire un servizio sempre migliore ai nostri pazienti affetti da patologie gravemente disabilitanti».