I consigli di amministrazione di Italiana Coke e delle altre società partecipate (Funivie e Terminal Alti Fondali Savona) hanno approvato la bozza di bilancio da sottoporre all’assemblea degli azionisti che si terrà prossimamente.
I dati principali, comunicati ai commissari della procedura di concordato in continuità nell’agosto scorso, attestano il bilancio di Italiana Coke su un volume di affari complessivo di 106 milioni di euro (+25% rispetto all’anno precedente), con un ulteriore incremento delle vendite all’estero, che rappresentano oggi il 70% del fatturato totale.
Italiana Coke chiude positivamente – anche grazie alla riduzione dei debiti legati al concordato omologato nel gennaio 2017 – con un utile di circa 6 milioni di euro, dopo gli accantonamenti prudenziali d’uso. Dal punto di vista finanziario la società ha prodotto una cassa positiva, per 200 mila euro, ancora inferiore a quanto previsto dai programmi, anche a causa del ritardo provocato dal noto ricorso di una delle banche del concordato, successivamente rigettato dal Tribunale. Sul fronte delle controllate (che governano la logistica tra Savona e Cairo per Italiana Coke ma anche per altri clienti) si sono verificati un costante recupero sui costi e un buon aumento dei volumi (+10%) che hanno consentito di chiudere i bilanci in equilibrio.
«I dati economici e finanziari mostrano un’inversione di rotta − commenta l’ad Paolo Cervetti − anche se non manifestano compiutamente lo sforzo fatto finora grazie al personale del gruppo e agli istituti di credito che hanno deciso di supportarci nella continuità. Inoltre, assistiamo oggi a un cambio euro/dollaro favorevole, che andrebbe fissato per il medio periodo per non subire rischi da oscillazione. Abbiamo assistito in questo anno a una ripresa economica generale e anche nel nostro comparto (serviamo vari tipi di industrie, fonderie per freni di alta gamma, zuccherifici, produttori di isolanti per l’edilizia) si osservano segnali di ripresa più stabili, con prezzi del coke finalmente crescenti. Sul fronte delle materie prime abbiamo ancora un mercato volatile, anche se i prezzi all’origine sono oggi un po’ più stabili, dopo l’improvviso aumento di fine 2017».
«La cassa generata non é ancora quella ottimale − aggiunge l’ad − la relativa stabilità ottenuta consente però di programmare la crescita della produzione e l’approvvigionamento regolare delle materie prime con costanza. Ovvio che l’aumento della produzione, ancora ferma a 83 “sfornamenti” al giorno, deve essere sostenuto da programmi di vendita strutturati e remunerativi su cui peraltro stiamo lavorando con partner internazionali di rilievo».
Italiana Coke ha recentemente ripagato il 100% dei creditori privilegiati e prededucibili e ha fornito nei tempi previsti la documentazione necessaria per avere l’erogazione dei 16 milioni del prestito agevolato del Mise per gli investimenti di ambientalizzazione (realizzati 6 anni fa). «Sul fronte della programmazione finanziaria, sia per preparare la prima tranche di ripagamento dei crediti chirografari, sia per i programmi di espansione, anche di parziale diversificazione della attività, è fondamentale avere certezze sulle date di erogazione del prestito Mise», conclude Cervetti.
Italiana Coke, che affonda le proprie radici nel 1897, insieme a Terminal Alti Fondali Savona e Funivie forma il gruppo che gestisce tutta la filiera delle rinfuse “nere” nel porto di Savona, dallo scarico al trasporto, fino allo stoccaggio, oltre a essere una delle principali realtà nazionali nella produzione di coke. Il coke prodotto viene spedito tramite trasporto su gomma, ferroviario e navale. La spedizione in container avviene sia dal porto di Genova, sia da quello di Savona-Vado Ligure. Il carico delle navi portarinfuse avviene al molo del Terminal Alti Fondali Savona.
Oltre al mercato europeo (principalmente Germania, Francia, Croazia, Belgio, Repubblica Ceca, Olanda, Svizzera, Austria, Slovenia, Svezia), Italiana Coke raggiunge anche i mercati di Asia, Africa e America: le destinazioni extra-europee maggiormente significative nel 2016 sono Turchia, Marocco, Tunisia, Pakistan, Egitto, Canada, Messico, Stati Uniti.
Nel 2016 l’azienda ha venduto oltre 380 mila tonnellate di coke di varie pezzature, di cui circa 260 mila all’estero e 120 mila in Italia. Di queste, circa 230 mila tonnellate sono coke per fonderia.