Arriva in consiglio regionale la questione dei microchip applicati ai camici ospedalieri. Oggi Raffaella Paita, capogruppo del Pd, ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dagli altri componenti del gruppo, con cui ha chiesto alla giunta in quali strutture sanitarie o ospedaliere è già stato messo in atto il provvedimento che prevede l’inserimento di un microchip nei camici dei dipendenti della sanità ligure e i tempi di attuazione. Paita ha chiesto, inoltre, di assumere immediatamente iniziative nei confronti delle rappresentanze dei lavoratori per superare la mancanza di un accordo su questo tema: secondo il consigliere, infatti, «l’inserimento del microchip rappresenta un fatto potenzialmente lesivo della privacy dei lavoratori, in quanto i loro spostamenti potrebbero essere individuati costantemente e – ha sottolineato – la decisione, così delicata per i lavoratori, è stata assunta senza alcun accordo sindacale e senza informativa».
L’assessore alla Sanità Sonia Viale ha replicato «che l’utilizzo dei microchip avrà indubbi vantaggi economici e consentirà di seguire il percorso di pulizia degli indumenti di servizio, scongiurando fra l’altro, il rischio del lavaggio a casa, che non garantisce idonee misure di sanificazione e igiene».
Viale ha aggiunto che «l’utilizzo dei microchip permette inoltre di monitorare esattamente il numero dei lavaggi e di ridurre il rischio di smarrimento degli indumenti che sono un costo per il servizio pubblico».