«Le analisi preventive sulle uova avrebbero potuto evitare l’allarme contaminazione da fipronil, l’antiparassitario addizionato a un detergente utilizzato nelle pulizie degli allevamenti di pollame in alcuni Paesi europei che ad agosto ha interessato il mercato avicolo nazionale e, in questi giorni, anche della nostra provincia». Lo dichiara Luca Medini, direttore di Labcam srl, Laboratorio chimico merceologico della Camera di Commercio Riviere di Liguria.
Nella sede di Albenga, i tecnici di Labcam sono specializzati in analisi sui prodotti agroalimentari tra cui anche il rilevamento di presenza di antiparassitari, fitofarmaci e antibiotici.
«La sicurezza alimentare – puntualizza Medini – richiede oggi una crescente attenzione ai problemi posti dalla dispersione ambientale di farmaci per uso umano e dall’uso massiccio di farmaci veterinari e antiparassitari allo scopo di contenerne gli effetti dannosi non solo nell’immediato, ma anche nel lungo termine. Va comunque specificato che il fipronil, per essere letale per l’uomo, dovrebbe essere assunto in modo dose davvero massiccia: sulla base degli studi sugli animali la quantità che può essere considerata ancora senza effetti avversi negli umani è dell’ordine di 0.01 mg per kg di peso corporeo. La massima quantità ammessa di fipronil nelle uova accettata nell’Unione Europea è però minore, cioè di 0.005 mg per kg di uovo».
Nel 2016, le uova e i prodotti derivati sono stati interessati da 17 notifiche di non conformità al Sistema di allerta rapido europeo-RASFF, di cui 14 casi di rilevamento di presenza di microrganismi patogeni, tutti riguardanti la salmonella: 7 casi in Polonia, 4 in Germania, 2 in Croazia e Olanda, uno in Francia e nessuno in Italia.