Il debito contratto dal Comune di Genova con Amiu sino al 31 dicembre 2016, verrà restituito in 10 anni. È quanto propone la maggioranza del Comune di Genova leggendo la proposta di deliberazione presentata questa mattina in Commissione Affari istituzionali e Generali, Pari opportunità, Bilancio, Promozione della Città, Territorio e promozione delle vallate, Sviluppo economico e Welfare.
Di conseguenza occorrerà votare un assestamento di bilancio che dovrà recuperare i primi 20 milioni di rata per quest’anno (successivamente la cifra si aggirerà tra i 14,5 e i 15,9 milioni).
L’esposizione creditoria dell’azienda è di 156,64 milioni, a cui si devono aggiungere i costi stimati per il 2017 (28,5 milioni) e detrarre i contributi di 12 milioni a fondo perduto per il 2017 (destinati agli oneri di gestione della chiusura e post mortem dei lotti 1 e 2 di Scarpino) e i 5 milioni all’anno di Tari sino al 2020.
La quota sarebbe comunque dovuta ad Amiu, anche nel caso il contratto di servizio non venisse prolungato.
Dal punto di vista tecnico nulla da eccepire, tuttavia si capisce che, pur non aumentando la Tari, il recupero di questi soldi è comunque a carico dei cittadini, visto che verranno trasferiti da altre voci di bilancio. L’opzione precedente (l’ingresso di Iren) avrebbe portato capitale fresco e impianti di smaltimento più o meno immediati.
La proposta di delibera per l’assestamento di bilancio evidenzia che nel 2016 c’è stato risultato di amministrazione da destinare agli investimenti di 10 milioni, sinora solo parzialmente iscritto a bilancio 2017. 1,5 milioni l’avanzo destinato agli investimenti, tutto dirottato su Amiu, inoltre sono stati iscritti ulteriori avanzi di 3,2 milioni per la parte in conto capitale. Altri 2 milioni arrivano da un accantonamento per una passività potenziale per sentenze o transazioni in corso che si sono risolte positivamente per il Comune di Genova. Ulteriori fondi derivano dalla rinegoziazione della tariffa con Mediterranea delle Acque e dei mutui con Cassa Depositi e Prestiti. Svincolati anche i 500 mila euro per passività potenziali sui lavori del Fereggiano in caso lo Stato non avesse erogato i fondi nei tempi necessari.
Ma non riguarda solo Amiu l’assestamento di bilancio
La nuova giunta ha deciso di modificare il piano triennale delle opere pubbliche: gli interventi per il consolidamento del ponte Don Acciai (primo lotto), che valgono 1,1 milioni, vengono inseriti nel più ampio progetto di riqualificazione dell’ex caserma Gavoglio, finanziata con il cosiddetto Patto per Genova, mentre viene compreso nel 2017 la costruzione della nuova sede di polizia municipale di via Canevari (1,1 milioni) inizialmente prevista con indebitamento e avanzo di amministrazione.
«Non sappiamo se questo milione tolto alla riqualificazione della Gavoglio come verrà recuperato, visto che si tratta di fondi statali», tuonano i consiglieri del Pd, che hanno protestato contro le procedure attuate dalla maggioranza, considerate «poco rispettose della democrazia».
La convocazione ufficiale della commissione è arrivata soltanto ieri sera, ma non solo: «Abbiamo chiesto una pausa di un’ora – dice Gianni Crivello della lista Crivello – per poter ragionare meglio su queste delibere molto importanti, ma ci è stato negato», alla richiesta si erano accodati anche i Cinque Stelle: «Ho letto articoli sull’assestamento di bilancio la scorsa settimana – spiega Luca Pirondini – evidentemente la giunta preferisce prima avvisare i media e poi i consiglieri. A questo punto perché non facciamo votare i giornalisti? Abbiamo ricevuto il malloppo della delibera soltanto questa mattina, pagherò una cena ai membri della maggioranza se mi dimostreranno di conoscere che cosa voteranno».
La maggioranza avrebbe concesso solo mezz’ora, un’evidente prova di forza politica, ma i consiglieri del Pd e i Cinque Stelle lamentano anche il diniego ad audire in commissione sindacati e amministratori di Amiu e Genova Parcheggi (la terza proposta di delibera riguarda proprio i nuovi indirizzi per la politica tariffaria per la sosta su suolo pubblico). «Un atteggiamento che è scorretto, visto che ci sarà un incontro in assessorato domani alle 8 a cui l’opposizione ovviamente non è stata invitata. Questo significa impedire il lavoro della minoranza», precisa il capogruppo Pd Cristina Lodi.
«Non ci hanno neanche detto come vorranno procedere in futuro – evidenzia Stefano Bernini, Pd – la vecchia delibera Amiu-Iren non fissava il percorso di ammortamento, mentre questa sì, inoltre prende per oro colato il progetto sulla bonifica di Scarpino che è tutto da valutare, visto che Amiu propone solo il capping, cioè una copertura, che non è risolutiva per quanto riguarda i rischi ambientali».
La mancanza di visione e di piani alternativi è contestata anche dai Cinque Stelle, che si sono avvalsi di un esperto, Enrico Nadasi, per affrontare la questione: «Anche se è in programma il piano di rientro – spiega – occorrerà verificare il cash flow dell’azienda, perché potrebbe non essere risolutivo».
Il rischio temuto dai pentastellati (e accennato anche dal Pd) è lo “spacchettamento”: ad Amiu resterebbe il servizio di spazzamento, mentre la parte “ricca” cioè la raccolta e smaltimento rifiuti potrebbe essere affidato ad altri «con il rischio di suscitare appetiti di imprese con un curriculum non pulito», sostiene Giuseppe Immordino.
Tempi stretti per approvare il tutto: entro il 31 luglio; tuttavia la giornata di venerdì non sarà di consiglio comunale, il motivo? La partecipazione del sindaco Bucci agli stati generali dei sindaci di centrodestra alla Madonna della Guardia, altro aspetto contestato dal Pd: «Evidentemente le priorità della città non sono così pressanti», dice Lodi.