“Alla Spezia le divisioni e le candidature dentro il perimetro del centrosinistra hanno condizionato pesantemente l’esito del voto”. Lo dichiara Raffaella Paita, capogruppo del Pd in Regione Liguria, in un comunicato sull’esito del ballottaggio a Genova, Chiavari e La Spezia. Nel capoluogo del Levante ligure, dove la sinistra amministrava la città dal 1972, il candidato sindaco del centrodestra Pierluigi Peracchini ha strabattuto, con il 59,98% dei consensi, il candidato del centrosinistra Paolo Manfredini, rimasto al 40,02% dei voti.
“Ricordo – prosegue Paita – che i candidati provenienti dal mondo riferibile alla sinistra, al primo turno, erano sei. La volontà di far perdere il centrosinistra a Spezia è stato perseguita scientificamente e, da parte di qualcuno, in modo del tutto irresponsabile. Non è stata sufficiente neppure la decisione presa all’unanimità dagli organi di partito di favorire una ricomposizione unitaria attraverso la candidatura di Paolo Manfredini, preside e uomo delle istituzioni”.
Inoltre, “ovunque è prevalso il cambiamento rispetto allo status quo. Anche a Chiavari, dove governava la coalizione di Toti e ha vinto comunque un candidato di destra, si è scelto il cambiamento per il cambiamento”.
Gianni Pastorino e Francesco Battistini (Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria) intervengono sull’argomento con un comunicato congiunto in cui si afferma che alla Spezia “non c’è stato un segno di discontinuità con la giunta precedente, contraddistinta da uno scontro interno tra poteri e una contrapposizione pesante con la città stessa, aprendo un baratro fra i rituali dell’amministrazione e le legittime istanze del cittadino. Caso eclatante è la sistemazione di piazza Verdi: un progetto in cui protagonista è stato l’arrogante decisionismo della maggioranza, a scapito di una pubblica opinione che invece doveva essere ascoltata di più. Altri esempi: l’epurazione di parti consistenti della giunta per mere esigenze delle correnti di partito, o il duello reiterato fra sindaco e Autorità portuale, in totale dispregio di un indirizzo sinergico”.