Chiusura positiva per le borse europee, dopo le forti vendite di ieri dovute alle preoccupazioni per un crollo dei tecnologici. Il rialzo di Wall Street in apertura ha fugato i timori e ora i mercati guardano alla riunione della Banca centrale Usa. È iniziata oggi la due giorni della Fed che si concluderà probabilmente con l’annuncio di un rialzo dei tassi di interesse di 25 basis point. I mercati attendono il comunicato al termine del meeting per capire se il board sia intenzionato ad intervenire nuovamente sul costo del denaro nella seconda parte del 2017 o se preferirà adottare un atteggiamento più cauto alla luce dei segnali di debolezza dell’economia statunitense mostrata dai recenti dati macro.
Unica piazza in negativo territorio negativo risulta Londra con l’Ftse 100 che cede lo 0,15% a 7.500,44 punti sulla scia delle incertezze legate alla Brexit. A Parigi il Cac 40 guadagna lo 0,40% a 5.261,74punti, a Francoforte il Dax lo 0,59% a 12.764,98 punti. Positiva anche Milano con Ftse Italia All-Share a 23.322,28 (+0,85%) e Ftse Mib a 21.088,78 (+0,8%).
A Piazza Affari in evidenza i titoli finanziari e i bancari in particolare, nel giorno in cui il
ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha definito “prossima alla soluzione” la questione delle banche venete.
Tra gli assicurativi Generali in rialzo dell’1,97%; nel risparmio gestito Azimut a +0,23%, mentre per i bancari Unicredit +1,63%, Intesa Sanpaolo +0,47%, Mediobanca +0,99%,
Ubi in miglioramento del 3,44% nel secondo giorno di aumento di capitale.
Positivi anche gli energetici (Enel +0,12%, Eni +0,29%), gli industriali (Leonardo +0,71%, Fca +2,41%), Mediaset +1,04% e Telecom Italia + 0,54%
Sul Forex l’euro/dollaro è rimasto sostanzialmente stabile intorno a quota 1,121 così come il dollaro/yen in area 110. In rimonta la sterlina, con l’EUR/GBP a 0,88 e il GBP/USD a 1,273, dopo la flessione delle ultime sedute e dopo i dati sull’inflazione di maggio in Regno Unito, al massimo di quattro anni.
Tra le materie prime ancora debole il petrolio con il Brent (-0,3%) a 48,1 dollari e il Wti (-0,5%) a 45,8 dollari, in scia al dato negativo Opec che ha mostrato un incremento della produzione a maggio di Libia, Nigeria e Iraq. La Canadian Association of Petroleum Producers (CAPP), inoltre, ha rivisto al rialzo le stime della produzione canadese al 2030, prevedendo ora un output di 5,1 milioni di barili al giorno.