Beppe Grillo non ha il potere di veto sulle decisioni delle assemblee telematiche dell’M5S e non ha un potere di intervento nel procedimento di selezione delle candidature , anche se è il capo del movimento. Così il giudice Roberto Braccialini del Tribunale di Genova motiva l’ordinanza con cui ha accolto l’istanza di Marika Cassimatis.
“Le assemblee telematiche – precisa il magistrato – producono deliberazioni vincolanti per il capo politico e per gli eletti e Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante che però, in materia di candidature locali, non si identifica nel diritto di ultima parola”.