Finisce l’era di Patrizia De Luise a Confesercenti Genova. Dopo 4 mandati c’è un nuovo presidente: Massimiliano Spigno.
47 anni, sposato con Barbara e padre di Lucrezia, è titolare del bar-gelateria Chicco di via Oberdan a Nervi. Tra le priorità per lo sviluppo futuro di Genova ha indicato l’importanza strategica del Porto, il destino di Erzelli e del Blueprint, la riduzione del rischio derivante dal dissesto idrogeologico e l’invenzione di un “nuovo Acquario”, cioè «una nuova grande attrattiva turistica capace di rinnovare l’appeal della città».
Su Genova Spigno ritiene che occorra uno sforzo ulteriore: «Genova e la Liguria sono una capitale delle reti, intendendo cioè esperienze uniche come i Civ e i Consorzi dei mercati coperti che proprio qui hanno visto la luce circa vent’anni fa, e la cui sopravvivenza oggi non può tuttavia dipendere dal volontariato dei rispettivi presidenti. Serve uno sforzo ulteriore, e proprio per questo dobbiamo costruire anche reti tra imprese e istituzioni per valorizzare i nostri territori e accrescere la competitività del sistema Genova: solo così possiamo sperare di invertire una tendenza che nella nostra regione continua a essere negativa, con una perdita di 1055 imprese nel commercio e di 436 nel settore turistico-ricettivo nel solo 2016, e un saldo negativo di circa duemila unità nel computo tra occupati e disoccupati, soprattutto del terziario».
Cifre che testimoniano «valori da area di crisi industriale», commenta Spigno, e rispetto alle quali si pone la necessità di «ripensare gli strumenti delle politiche attive del lavoro e degli ammortizzatori sociali», ma anche «l’esigenza di uno storytelling che racconti chi sono, cosa fanno e cosa vendono le nostre imprese, per restituire la giusta dignità ad una figura, quella dell’imprenditore, che deve fare i conti ogni giorno con una pressione fiscale asfissiante, con la contrazione del credito, la burocrazia, l’abusivismo e la concorrenza della grande distribuzione, ormai sempre più svincolata da qualsiasi forma di regolamentazione».
Di fronte a tutto questo, «le imprese devono essere accompagnate in un percorso di digitalizzazione ormai imprescindibile in un mondo – evidenzia il neoeletto presidente di Confesercenti – nel quale è solo il commercio online a crescere: 20 miliardi il giro d’affari in Italia nel 2016, il 18% in più del 2015. Non vogliamo certo snaturare le tradizioni e i valori delle nostre aziende, spesso piccolissime e a gestione familiare, ma abbiamo la necessità di portarle nel futuro per consentire loro di sopravvivere e prosperare».
Per Spigno «molto del nostro futuro passa dalla capacità, in un contesto di risorse decrescenti, di valorizzare più e meglio quello che abbiamo sul territorio. E allora, come non partire dal Porto? Possiamo non occuparci di un milione di crocieristi in transito ogni anno? È indispensabile trovare un dialogo con gli armatori delle crociere e dei traghetti, così da convincere chi inizia o termina il suo viaggio a Genova a pernottare in città. Per farcela, dobbiamo però facilitare e accompagnare le imprese, valorizzando quelli che aprono nei giorni festivi invece di puntare il dito contro chi tiene chiuso, perché questa è una polemica sterile che non ci fa fare passi avanti e che, anzi, danneggia l’immagine di tutti».
«Le istituzioni devono dirci qual è la loro idea di sviluppo per Genova e se davvero corrisponde a quella di una città a vocazione turistica – è stato l’appello di Spigno alla presenza di tre candidati sindaco Marco Bucci, Gianni Crivello e Luca Pirondini – gli amministratori dichiarano di voler puntare sui turisti, ma poi non vogliono la movida, messa in ginocchio da un’ordinanza miope che mette sullo stesso piano i tanti baristi onesti e i pochi che non rispettano le regole; vogliono le aperture festive ma non garantiscono un’adeguata manutenzione del territorio; promettono incentivi alle imprese e poi continuano ad aumentare la pressione fiscale e il costo dei servizi, pensiamo alla Tari. Chi amministrerà la città negli anni a venire dovrà scegliere una volta per tutte quale identità dare alla città, e spiegarne il perché».
Rivolgendosi in particolare proprio ai candidati sindaco, Spigno ha poi posto l’accento su un problema di governance a livello locale: «È possibile un piano strategico della Città metropolitana per lo sviluppo economico e sociale che metta tutti i soggetti attorno a un tavolo e abbia un respiro più ampio dei soli tre anni previsti dalla legge? E per quanto riguarda i Municipi: dovrebbero essere il front-desk del Comune ed invece, per come sono organizzati oggi, non possono intervenire praticamente su nulla. O decentriamo davvero le funzioni e le risorse oppure, tanto vale, chiuderli e riaccentrare le competenze», la linea del presidente di Confesercenti, che si è anche detto «preoccupato per la dismissione da parte del Comune della sua quota nelle Stazioni Marttime» e ha parlato della mancata creazione di un’unica Camera di Commercio regionale come di «un’occasione persa».