Partecipazione e amministrazione condivisa. Due concetti che Simone Leoncini, presidente del municipio Genova Centro Est, non manca di ripetere e sottolineare più volte nella presentazione del programma della lista civica Genova Cambia, con cui si presenta candidato per le prossime amministrative. A dimostrazione di ciò, presente con lui oggi nella sala stampa di Mentelocale, una squadra di tanti giovani, provenienti da diversi quartieri (centro storico in primis) e con un bagaglio di esperienze diverse, pronti a mettere a disposizione del gruppo le proprie competenze e conoscenze. Da Tomaso Boyer, operatore culturale, alla milanese Cristina Zanzi, consulente libera professionista. Dall’imprenditore Jacopo Gotlib, a Luca Curtaz, operaio metalmeccanico.
«Non esiste un “io sindaco” – spiega Leoncini – I cittadini devono diventare sempre più padroni di Tursi e di Genova, devono essere direttamente coinvolti nell’amministrazione». Un principio racchiuso in uno degli slogan della lista, “noisindaco”, posizionato sotto lo skyline della città al centro del logo di Genova Cambia. Uno skyline forse già visto, ma Leoncini smentisce la somiglianza con quello di Arcangelo Merella (lista Ge9sì): «Il nostro logo parla di innovazione e partecipazione e al centro c’è la Genova del turismo, del porto, dei cittadini, dei giovani. C’è un programma progressista e di cambiamento».
Un programma «scritto a 300 mani», spiega il candidato, descrivendo così il contributo ricevuto da circa 150 persone e sottolineando ancora una volta la dimensione di collettività e partecipazione della sua lista. Un programma che mette Genova al centro di un percorso di cambiamento che la «riporti a essere il centro del Mediterraneo e importante crocevia internazionale – afferma – Deve poter attrarre lavoro e imprese, ma anche i giovani e i turisti. Il Comune deve saper fare meglio la propria parte e questo significa tornare a svolgere al meglio le funzioni fondamentali: curare la bellezza della città, le manutenzioni diffuse, la pulizia, ma anche rendere più bella la vita, attraverso investimenti nel sociale, nelle scuole e con il contrasto alla povertà».
Un welfare da riformare, sul quale occorre mettere più risorse, secondo il candidato. Una città che va rilanciata per i giovani e gli studenti e portata al livello di importanti centri universitari europei. E ancora, una forte attenzione alla manutenzione cittadina e alle scuole, sia in termini di sicurezza, sia di rilancio come punto di incontro e di ritrovo sociale, e alla lotta al degrado, che secondo Leoncini andrebbe affrontato con azioni che coinvolgano forze dell’ordine, terzo settore e cittadinanza attiva. Sul tema dell’accoglienza, il candidato spiega: «Siamo a favore di un’accoglienza di qualità, non quella che si basa su modelli di emergenza, per questo occorre diffondere i progetti Sprar». E sulla macchina comunale: «Dopo la riduzione di personale attuata in questi anni, serve mettere mano a un piano assunzione, che sia ragionevole per riacquistare una quota significativa di competenze. L’azione amministrativa deve inoltre essere in costante contatto con l’Europa, in modo che Genova possa ricevere più risorse comunitarie. Più trasparenza, più chiarezza nelle responsabilità, più sinergie tra pubblico e privato».
Su questa «idea di città che si innova e che guarda al futuro», Leoncini è aperto a un confronto: «Non esistono “sì” a prescindere o “no” a prescindere, non abbiamo mai fatto una questione di nomi e non partiamo da una posizione di chiusura, come invece fanno in molti. Se ci fossero altri candidati progressisti con cui confrontarci, ben venga: oggi proponiamo delle primarie delle idee». Anche perché alle primarie vere e proprie il Pd ha ormai rinunciato: «Mi rassegno, ma per me è stato un errore », afferma Leoncini.