La spiaggia è la migliore opera di difesa costiera. Perché adatta la propria forma alle diverse condizioni di moto ondoso. Tuttavia deve essere sufficientemente ampia per sostenere i cambiamenti di profilo indotti dalle mareggiate, non solo nel breve, ma soprattutto nel lungo termine. Il problema dell’erosione è invece molto diffuso e per questo la Regione Liguria da oggi è capofila di un progetto transfrontaliero su questo tema delicato: Maregot. Coinvolte Toscana, Sardegna, Corsica e, per la prima volta, la Regione del Var (Provenza, Alpi, Costa Azzurra).
Cinque milioni di euro in totale, oltre 1,2 milioni per la Liguria (di cui 556.300 per la Regione) che saranno utilizzati per pianificare interventi che riducano l’impatto dell’erosione marina sul territorio (non solo sulle spiagge, ma anche sulle coste rocciose alte).
Si cercherà di dar vita a una metodologia comune che sarà sperimentata su delle aree pilota.
Saranno tre le fasi di lavoro: l’analisi dei metodi e dei dati raccolti in questi anni da tutti i partner, individuare un approccio per i monitoraggi della costa, redigere piani di intervento per le aree pilota appunto, in ogni territorio.
Il Parco delle Cinque Terre sarà probabilmente una di esse (la spiaggia di Corniglia è praticamente sparita), inoltre avrà il compito di occuparsi della parte comunicativa: «Le Cinque Terre sembrano una bomboniera – spiega il direttore dell’Ente Parco Patrizio Scarpellini – invece sono un lembo di terra molto complicato. I terrazzamenti stanno arretrando. Abbiamo già piazzato delle boe per studiare il moto ondoso, abbiamo istituito un centro per monitorare l’evoluzione dei versanti verticali, il territorio è fragile: abbiamo 4500 abitanti e un movimento turistico di 2,5 milioni».
L’altro soggetto ligure coinvolto è l’Università di Genova. Marco Ferrari, del dipartimento di Scienze della Terra e della vita dice: «Abbiamo la presunzione di credere di fornire un supporto scientifico e tecnico, vista l’esperienza ultradecennale. Si tratta di un progetto multidisciplinare in cui è imprescindibile conoscere anche il bacino versante».
Tre anni di lavoro sino al 2020: «Il mare – sostiene l’assessore regionale all’Ambiente e difesa del suolo Giacomo Giampedrone – pur essendo una grande risorsa, necessità di azioni e di conoscenze tecnologiche di avanguardia per fare in modo che possa convivere con il territorio».
Sui 110 km di spiagge liguri, attraverso il confronto tra le fotografie aeree del 2003 e del 2013, sono stati individuati i tratti di spiaggia in erosione e calcolate le superfici di spiaggia perse. Un fenomeno che in Liguria interessa il 33% delle spiagge per circa 18 km e coinvolge un’ampia fetta di popolazione, visto che l’80% degli abitanti liguri e delle attività economiche sono collocati sulla fascia costiera. Proprio le attività umane sono le principali cause del fenomeno (sbarramenti fluviali, regimazione dei corsi d’acqua, porticcioli, opere di stabilizzazione dei versanti). Le spiagge in avanzamento sono circa 32 km (300 mila mq), quelle stabili 60 km. Il materiale versato in questi anni ammonta a 1 milione e mezzo di metri cubi.
Il resto della Liguria è formata per 197 km da costa alta e per 43 km da costa artificializzata (porti e scogliere).
BizJournal Liguria aveva già affrontato il problema dell’erosione in questo articolo, in cui si evidenziava l’effetto dannoso della piattaforma Maersk sulla spiagga delle Fornaci di Savona; mentre qui venivano descritti gli interventi fatti.