Poter riconoscere un alimento contraffatto, come per esempio la curcuma o la x spacciata per zafferano, con un test rapido ed economico (al costo di meno di 10 euro), sarà questa la prima applicazione che Nanochrome, il progetto vincitore della quarta edizione della SmartCup Liguria, proporrà al mercato.
L’idea è nata all’interno dell’Istituto Italiano di Tecnologia ed è stata sviluppata da Paola Valentini e Pierpaolo Pompa: si tratta di test nanodiagnostici innovativi per effettuare appunto analisi a basso costo e più rapidamente, con una strumentazione minima e semplificata e una lettura del risultato ad occhio nudo.
«Si tratta di test colorimetrici – spiega Valentini – grazie a tecnologie che combinano le proprietà chimico-fisiche dei nanomateriali, con le tecniche innovative di biotecnologia».
I test possono individuare per esempio la presenza di piombo nell’acqua e si possono applicare a tanti campi legati alla sicurezza alimentare. Anche il consumatore stesso potrà servirsene, ma il mercato interessato va sino alle aziende che commercializzano, producono o distribuiscono alimenti.
Nanochrome gareggiava nella categoria Life Science, una delle quattro componenti di questa quarta edizione della SmartCup (le altre sono Ict-Social Innovation, Cleantech & Energy e Industrial).
L’iniziativa è promossa da Regione Liguria attraverso Filse, la sua finanziaria, con il coinvolgimento del mondo accademico, della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa.
Il vincitore assoluto della competizione e i migliori progetti per categoria andranno al premio nazionale per l’innovazione.
Quest’anno tanto IIT dietro le idee più apprezzate: Genoa Instrument ha vinto la categoria Industrial ed è un progetto che si rivolge ad altri centri di ricerca: «Cerchiamo di rendere usabile anche a chi non ha tutte le competenze elettroniche, la microscopia in super risoluzione», spiega Marco Castello, uno degli ideatori. Il primo prodotto è Carma, un sistema di controllo elettronico per l’implementazione su tavolo ottico di microscopi a scansione.
Glassense (idea derivante da un progetto Par Fas con la collaborazione tra IIT e Università di Genova), ha trionfato nella categoria Ict – Social Innovation: degli occhiali speciali che interagiscono con le protesi acustiche per migliorare la percezione dei suoni in luoghi rumorosi e affollati.
Aveva già ricevuto un premio da Coop Boschi Vivi (sezione Cleantech & Energy), che è già una cooperativa strutturata: un servizio innovativo di dispersione delle ceneri, integrato a servizi forestali. «I proventi dell’attività di dispersione – puntualizza uno dei fondatori Riccardo Prosperi – sostengono i servizi forestali, coprendone i costi e permettendo di investire in progetti di salvaguardia di aree boschive. Il cliente avrà il proprio posto in un albero, situato in un bosco in concessione a Boschi Vivi da parte di privati o enti».
Altri approfondimenti e interviste nei tre video in sequenza: