La Fondazione Carlo Felice ha deciso di cancellare l’opera “La Rondine”, perché da mesi il Teatro soffre della mancanza dei fondi previsti dalla “legge Bray”. Tutto ciò, si legge in una nota, ha “compromesso il processo di risanamento e progressivamente messo in difficoltà la gestione ordinaria”. Il sovrintendente Maurizio Roi più volte aveva denunciato come il protrarsi del ritardo avesse costretto il Teatro a far fronte con proprie risorse a debiti e oneri che, nel piano approvato dal commissario straordinario, era previsto fossero coperti con le risorse messe a disposizione dalla legge Bray.
La Slc Cgil non è colta di sorpresa: “La crisi del Teatro Carlo Felice è da collocare in quella più ampia di un intero settore, che ha subito negli anni una pesante riduzione dei finanziamenti, una legislazione volta a destrutturare l’attività lirica e concertistica considerata dalla legge di rilevante interesse generale in quanto intesa a favorire la formazione musicale, culturale e sociale della collettività nazionale. Con l’approvazione della legge 160/2016, peraltro giudicata positivamente dal Sovrintendente, si è compiuto l’ultimo e definitivo atto di un’operazione che parte da lontano. Ricordiamo che il Teatro Carlo Felice ha subito anche la riduzione dei contributi della cosiddetta legge Genova, nata per consentire il passaggio dal vecchio Teatro Margherita alla nuova struttura, progressivamente diminuiti a circa 800.000 euro odierni a fronte degli iniziali 2.500.000”.
Per il sindacato “dovrebbe essere uno dei compiti della politica e delle Istituzioni locali spendersi per chiedere il reintegro di questi fondi, dovuti e vitali per la sopravvivenza del teatro. Inoltre, a due anni di distanza dalla richiesta di adesione alla legge Bray assistiamo ai rimpalli di responsabilità fra i ministeri e la Fondazione riguardo al persistente blocco dei fondi destinati”.
Da tempo la Slc Cgil aveva sollevato perplessità sulla sostenibilità del cartellone della stagione 2016/2017, in particolare proprio della Rondine, una nuova produzione stimata dalla Fondazione in pesante perdita. “Prendendo atto delle scelte intraprese a pochi giorni dalla conferenza stampa di presentazione e in assenza di un confronto preventivo fra le parti che, in considerazione della la criticità della situazione, sarebbe stato più che opportuno, con questa operazione la direzione, sconfessando di fatto se stessa e le proprie scelte, arreca un danno di immagine incalcolabile al Teatro e al suo pubblico riconquistato nel tempo con fatica”.
Venerdì 7 ottobre ci sarà un incontro, nel corso del quale verranno trasmessi i dati richiesti dal sindacato riguardo al bilancio preconsuntivo 2016 e alla situazione debitoria aggiornati, alla proiezione costi/ricavi delle singole produzioni per il periodo gennaio-agosto 2017 e ai costi aggiuntivi sostenuti dalla Fondazione per le esternalizzazioni dei servizi di portineria e contabilizzazione paghe.
In tale sede la Slc-Cgil dichiara che “ribadirà con forza il proprio dissenso verso gli atti unilaterali intrapresi, volti ancora una volta a colpire unicamente il reddito dei dipendenti, e verso visioni prospettiche che a proprio avviso non vanno nella direzione del salvataggio del Teatro Carlo Felice”.