Chiusura contrastata per le Borse europee, con Londra in rialzo dello 0,18%, Parigi in calo dello 0,34%, Francoforte dello 0,72% e Milano in rialzo con Ftse Mib a 17.375,73 (+0,48%) e Ftse Italia All-Share a 19.045,77 (+0,43%). A rendere incerti gli operatori, il nulla di fatto della Bce e la mancata discussione in seno al consiglio direttivo su un prossimo ampliamento del programma di quantitative easing che scadrà a marzo 2017. I listini azionari europei hanno tuttavia contenuto il passivo sul finale, grazie al rialzo del greggio dopo le scorte settimanali Usa in calo.
A Piazza Affari a sostenere il listino principale sono stati soprattutto i bancari, con Mps che, nel giorno del cda, ha chiuso con un +3,65%, dopo il report di Morgan Stanley sulle banche italiane nel quale viene alzato il rating del titolo senese a equalweight da underweight. Unicredit, sulle indiscrezioni di un interesse di Poste (-0,31%) per Pioneer, è risultata in crescita del 2,06%, Intesa Sanpaolo a +1,58%, Mediobanca 1,49%, Bpm e Banco Popolare rispettivamente a +1,26 e +0,08 per cento in attesa del via libera della Bce alla fusione,Banca Carige +4,49% ; Generali +2,50%.
Tra gli energetici, Enel -0,58%, Eni +1,08%, Saipem +0,29%.
Per quanto riguarda gli industriali, Fiat Chrysler -1,22% e Finmeccanica +0,84%. Telecom Italia in vista con un +1,49% a quota 0,8165 euro per azione anche grazie al buy arrivato dagli analisti di Redburn.
Bene Ferragamo (+4,3%).
Mediaset in calo dello 0,47% con i segnali di ulteriore inasprimento della battaglia con Vivendi per Premium.
In netto rialzo il petrolio, dopo il crollo a sorpresa delle scorte settimanali americane che nell’ottava chiusa il 2 settembre sono scese di oltre 14,5 milioni di barili: +4% il Wti a 47,27 dollari al barile, +3,7% il Brent a 49,77 dollari al barile.
Sul fronte valutario, l’euro dopo un excursus a 1,13 dollari dopo il nulla di fatto della Bce ha perso terreno nei confronti del biglietto verde pur rimanendo al di sopra dei valori di ieri sera: 1,1266 in chiusura da 1,1237 di ieri.