Altra seduta negativa per le Borse europee, depresse dalle banche e dalle assicurazioni che risentono delle incertezze generate dalla Brexit sul piano economico e politico.
Volano quindi i beni rifugio, con l’oro che raggiunge i massimi da due anni a quota 1.357 dollari l’oncia e lo spread Btp-Bund si attesta a 141 punti base.
Maglia nera è Milano, con Ftse Mib a 15.423,79 (-2,26%) e Ftse Italia Mid Cap a 27.728,02 (-2,10%), Parigi ha ceduto l’1,8% con l’indice Cac 40 a 4.085 punti, Francofortel’1,6%, conl’indice Dax a 9.373 punti. Ancora una volta è Londra a segnare le perdite minori, con il footsie giù dell’1,25% a 6.463 punti.
A Piazza Affari Unicredit segna -3,3%, Banco Popolare -6,15%, Intesa Sanpaoloh-0,19%, Mediobanca 2,36%, Generali 3,49%, Bper -7,14%, Carige -7,68%. In controtendenza Mps che, dopo aver perso quasi un terzo del suo valore nelle ultime due sedute, è salita del 6,07% chiudendo a quota 0,2813 euro per azione, grazie al voci di un aumento di capitale garantito dallo Stato.
Telecom Italia ha lasciato il 10,81% (0,6515 euro) in seguito alla notizia che il patron di Iliad, Xavier Niel, si appresterebbe a smontare la propria posizione nel capitale della compagnia per entrare sul mercato italiano della telefonia mobile, rendendolo ancora più competitivo e meno redditizio.
Debole il lusso (Ferragamo -4,47%, Luxottica -1,4%), negativi anche gli energetici (Enel -1,87%, Saipem -4,09%, Eni -1,87%) e gli industriali con Finmeccanica a -2,16%, Fiat
Chrysler -0,39%, Ferrari -1,26%.
Ancora positiva Rcs (+0,72% a 0,8350 euro per azione).
Sul mercato dei cambi, euro ancora in calo sul dollaro a 1,107 (da 1,1108 ieri in chiusura). Prosegue la corsa allo yen: la valuta giapponese passa di mano a 111,9(da 112,80) sull’euro e a 101,1 sul dollaro (101,56). Spicca tuttavia soprattutto la sterlina, che cala a quota 1,291 sul dollaro, aggiornando i minimi dal 1985.
Petrolio stabile con il Wti in calo dello 0,2% a 46,5 dollari al barile.