Calo record della Borsa di Milano che come gli altri listini europei ha risentito dell’effetto Brexit. Piazza Affari ha chiuso con Ftse Mib a 15.723,81 (-12,48) e Ftse Italia All-Share 17.324,78 (-11,75). Anche dopo l’11 settembre 2001, giorno degli attentati dei terroristi islamici negli Usa, e dopo il fallimento della Lehman Brothers nell’ottobre 2008 l’effetto era stato minore: la Borsa milanese era calata del 7,5 dopo gli attentati e dell’8,2 dopo il crack della banca americana. Pure la crisi del debito italiano del 2011 aveva portato risultati meno gravi sui listini: l’1 novembre Piazza Affari aveva perso il 6,8%, pochi giorni dopo Berlusconi aveva lasciato la carica di presidente del consiglio, sostituito da Mario Monti.
Anche le altre Borse europee hanno accusato l’effetto Brexit.
Londra, epicentro del terremoto ha risentito meno delle altre piazze europee, chiudendo con l’indice Ftse 100 in calo del 3,15% a 6.138 punti. A Francoforte l’indice Dax è scivolato in chiusura a 9.557 punti (-6,82 per cento), la Borsa di Parigi ha terminato la seduta con un tonfo dell’ indice Cac dell’8,04% a 4.106 punti. La Borsa di Madrid ha subito un vero crollo, l’indice Ibex ha perso il 12,35% a 7.787 punti.
L’incertezza sull’impatto della Brexit ha indotto gli investitori a vendite al ribasso sul mercato azionario per cercare rifugio su asset più sicuri. Nel mirino le banche, con perdite nell’ordine del 24,61% per Bper, del 24,28% per Bpm, del 23,30% per Banco Popolare, del 23,79% per Unicredit. Ubi è sul -20,69%, Intesa -22,94%, Mediobanca -21,22%. Perdite notevoli anche per gli altri finanziari, con Generali -16,77%, Unipol -18,58%, Azimut -13,75%.
Tra le blue chip, perdite più contenute per Snam (-6,90%) e Terna (-6,995), Tenaris (-5,04%), Ferrari (-4,85%), Campari (-4,28%) e Luxottica (-3,33%). Male Mediaset (-17,17%) e Telecom (-16,62%). Eni termina con -9,19%, Fca cede il 9,37%.
Corsa ai beni rifugio anche sul valutario, con la sterlina crollata dopo il voto e gli acquisti che premiano franco svizzero e yen. Forte anche il dollaro mentre l’euro è sotto pressione La sterlina nella notte è’ crollata di oltre il 10% a 1,32205 sul dollaro ai minimi dal 1985 per poi recuperare qualche punto e scambiare ora a 1,3806.
L’euro è sceso sui minimi da marzo sul dollaro a 1,0934 e scambia ora a 1,11275. Acquisti anche sullo yen, considerato un bene rifugio: il dollaro è’ sceso fino a un minimo di 99 yen (era da fine 2013 che non scendeva sotto i 100) prima di recuperare la soglia dei 102 yen a 102,86. Il franco svizzero è balzato sui massimi da un anno contro euro ed è scambiato ora a 1,0851. Gli acquisti premiano anche il dollaro, secondo gli analisti del Credit Suisse il rally del dollaro probabilmente continuera’ con il dollaro/yen che potrebbe scendere sotto i 100 punti. L’unico elemento di cautela, sottolineano gli analisti, è dato dai possibili interventi delle banche centrali.