Un lungo elenco di crediti da riscuotere (ma anche residui passivi da pagare), una carenza di liquidità che ha provocato il ricorso all’anticipo di tesoreria, ma che non è stato restituito completamente. È questo il principale problema della Città Metropolitana di Genova, che ha da poco approvato il rendiconto 2015.
Una delle maggiori sofferenze è appunto la carenza di liquidità, a causa dalla trattenuta forzata della Rc Auto da parte dello Stato e dalla difficoltà a incassare quanto spetta sia dalla Regione (a causa della chiusura delle attività delegate), sia dallo Stato (per il rimborso che copre gli oneri per il personale dei servizi per l’impiego) sia dai Comuni (l’addizionale sul tributo ambientale viene riversata con mesi di ritardo). In fondo all’articolo, in allegato, si possono vedere tutti gli importi.
Per questo è stata, anche quest’anno, chiesta un’anticipazione di tesoreria che però (novità 2015), non è stata restituita interamente: mancano 6,1 milioni.
La situazione di cassa è crollata dai 20 milioni del 2012 ai 9,6 del 2014, mentre al 31 dicembre 2015 risultava pari a zero.

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I giorni di utilizzo dell’anticipazione, certificati dal parere dei revisori, sono stati 288 nel 2015 (nel 2014 erano stati 79). L’anticipazione corrisposta era di poco meno di 31 milioni nel 2014, mentre nel 2015 è salita a 80,8 milioni. Questo continuo ricorso, si legge nel documento, è causato da una criticità: l’entità dei residui attivi superiore a quella dei residui passivi causata dal sostenimento di spese per lo svolgimento di funzioni delegate (formazione professionale) per le quali la Regione non ha ancora versato la cifra attesa.
I revisori, affrontando l’analisi dei residui per anno di provenienza, mettono in guardia: l’importo totale dei residui di parte corrente, pari a 81 milioni di euro, è quasi il doppio dei residui passivi di parte corrente, che ammontano a 48 milioni di euro. La differenza è ancor più significativa in relazione alla vetustà degli importi, che per i residui attivi è distribuita temporalmente anche in anni precedenti il 2010, mentre i residui passivi derivano in massima parte dagli anni 2014 e 2015. In sostanza l’Ente non solo riscuote molto meno di quanto paga, ma riscuote anche con una lentezza molto maggiore rispetto a quando paga, e questo squilibrio finanziario si riverbera sulla liquidità della Città Metropolitana, che necessariamente è in costante anticipazione di tesoreria.
I residui attivi derivano in massima parte da trasferimenti regionali e statali, e quindi almeno la certezza del credito, oltre che parzialmente coperta dal Fondo crediti di dubbia esigibilità, non dovrebbe essere in dubbio.
La riscossione del tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell’ambiente (l’addizionale del 5% di Tarsu/Tia), che sempre più Comuni riscuotono direttamente, sconta un notevole ritardo nel riversamento all’Ente, che ha consentito a volte una rateizzazione del debito e in altri casi, di procedere a sistemazioni contabili per la compensazione delle situazioni di debito/credito. Più recentemente il consiglio metropolitano ha deliberato uno schema di protocollo da inviare a tutti i Comuni della provincia che disciplina le modalità di versamento del Tefa alle casse della Città Metropolitana.
Con l’entrata in vigore delle norme sulla spending review l’Imposta sulla Rc auto è diventata praticamente una partita di giro nei confronti dello Stato, che la trattiene. Per quanto concerne invece l’imposta provinciale di trascrizione si è registrato nel corso del 2015 un leggero incremento delle riscossioni, dovuto ad una ripresa del mercato delle compravendite nel settore.
La Regione Liguria è in ritardo invece sul tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi.

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Il 2015 è stato comunque caratterizzato dagli obblighi di riduzione della spesa, che hanno riguardato sei ambiti: una tabella mostra il progressivo calo degli impegni a consuntivo. Se nel 2009 i compensi ai componenti degli organi di indirizzo, direzione e controllo (revisori dei conti, nucleo di valutazione) ammontava a 144 mila euro, nel 2015 è stato ridotto a 81 mila euro. La spesa per studi e incarichi di consulenza è passata da 168.631 euro a duemila. Annullata la spesa di pubblicità, relazioni pubbliche, convegni, mostre e rappresentanza (nel 2009 ammontava a 901.458 euro. Ridotte di molto anche le spese di formazione del personale (da 161.299 a 8.090 euro) e per le missioni (da 227.488 a 27.550). Più che dimezzata la spesa per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio delle auto e l’acquisto di buoni taxi: da 729.171 euro a 308.068.
La relazione di bilancio, fatta dal consigliere delegato Alfonso Gioia, ha dimostrato come la gestione economico-finanziaria dell’Ente sia stata condizionata prima dalla Spending review del 2012, poi dall’entrata in vigore della legge 56/2014 che ha istituito la Città Metropolitana e ancora dalla legge di Stabilità 2015, che ha imposto la riduzione del valore finanziario della dotazione organica di almeno il 30% della spesa per il personale.
La riduzione della spesa corrente legata al riassorbimento delle funzioni da parte della Regione Liguria non era sufficiente a risolvere la forte criticità sull’assetto finanziario.

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Il risultato della gestione di competenza (cioè la somma di entrate accertate e spese impegnate) ammonta comunque a un avanzo di 1,7 milioni, l’avanzo di amministrazione (dato dal fondo di cassa finale più la differenza tra i residui attivi e passivi) al 31 dicembre 2015 è di 5,9 milioni, di cui la parte disponibile è di poco più di un milione.
Pur essendo aumentate le entrate tributarie (da 60,6 milioni del 2013 ai 66,2 del 2015), sono calati i trasferimenti dallo Stato e da altri enti: da 60,8 milioni del 2013 a 43 milioni del 2015.
La spesa corrente è diminuita da 160 milioni a 141 milioni.
La notizia positiva è che è in calo l’indebitamento dell’ente: da 74 milioni del 2013 a 55,4 milioni del 2015, un debito medio per abitante di 64,37 euro.
Fatte queste premesse il conto economico (differenza tra i ricavi/proventi ed i costi/oneri, rispettivamente conseguiti e sostenuti nell’esercizio, raggruppati per area di gestione) non poteva che essere in negativo, passato dai -5,6 milioni del 2013 ai -19,3 milioni del 2015.
Inoltre risulta che la Città Metropolitana non ha rispettato il Patto di stabilità interno per 18 milioni di euro.
L’esame del prospetto, rilevano i revisori, evidenzia come tale perdita sia causata dalla gestione ordinaria dell’ente e non dall’andamento della gestione finanziaria e straordinaria.
I componenti positivi della gestione hanno subito una forte riduzione (di 23 milioni), mentre i componenti negativi hanno subiscono una riduzione di 3,3 milioni, ma i trasferimenti correnti sono invece aumentati a causa del recupero da parte dello Stato della Rc Auto.
Residui attivi e passivi Città metropolitana di Genova
Il bilancio nel dettaglio della Città metropolitana di Genova
