«Tanto tuonò che piovve» dice la saggezza popolare. E così, dopo mesi di tuoni, ecco l’attesa pioggia sul Pd savonese. In vista delle elezioni comunali, il candidato sarà stabilito da un turno di primarie. La richiesta è giunta attraverso una raccolta di firme dell’assemblea cittadina e l’accordo è stato trovato al termine dell’incontro che si è tenuto alla Sms Generale di via San Lorenzo.
Nemmeno il tentativo di Fulvio Briano, segretario provinciale, di presentare in extremis un nome nuovo (quello della dirigente regionale Cristina Battaglia) è servito a mettere d’accordo tutte le anime del partito, divise tra Di Tullio, Maricone, Pasquali e Saccone. «Le primarie sono la regola. La scelta di un candidato condiviso l’eccezione», ha tenuto a precisare Barbara Pasquali, segretario della sezione savonese del Pd, per gettare acqua sul fuoco.
Da evitare a tutti i costi la figuraccia che il centro sinistra fece in occasione delle ultime elezioni regionali, quando le primarie tra Raffaella Paita e Sergio Cofferati si conclusero con un scambio di accuse al veleno, a causa dell’insolita affluenza di stranieri alle urne. Un clamoroso autogol che, probabilmente, si rivelò fondamentale per la vittoria conclusiva di Toti e del centro destra: «Dopo le perplessità sorte con le scorse regionali, vedremo di definire le regole – conclude Pasquali – Per esempio una scelta sarebbe quella di non fare votare alle primarie chi non ha diritto di voto alle elezioni. Sarebbe importante riuscire a declinarle a livello locale».
Saranno Livio Di Tullio, attuale vicesindaco, e Cristina Battaglia i due principali contendenti, ma le candidature restano tuttora aperte. Si voterà il prossimo 6 marzo.
«La richiesta di primarie è giunta da cittadini che non tollerano l’idea che il candidato venga deciso tra pochi, tra Savona e Genova – ha commentato Di Tullio – Se le perderò, darò una mano a chi le vincerà, prima di togliere il disturbo e tornare al mio posto di lavoro».