Bus alimentati con il biogas degli scarti da depurazione, telelettura dei contatori dell’acqua durante il giro di raccolta della spazzatura, produzione di energia dalla combinazione di fanghi da depurazione e rifiuti, sono solo alcune delle possibilità offerte da un’integrazione dei settori acqua e rifiuti in una smart city.
Se n’è parlato a Genova nell’ambito dell’evento “Innovazione, tecnologie e progetti per lo sviluppo sostenibile della Liguria” , perché tra i progetti di respiro europeo che sono stati presentati, c’era anche BlueSCities (qui il sito web), di cui il capoluogo ligure è città pilota insieme ad Atene, Istanbul ed Hensinki per quanto riguarda il cosiddetto citizens engagement, ovvero il coinvolgimento dei cittadini attraverso iniziative che contribuiscano a formare una “cultura” su questi temi: spazio quindi a caffè scientifici e a iniziative nelle scuole.
“Blueprints for smart cities”, questo il nome esteso del progetto, è cofinanziato con fondi europei, nell’ambito del programma Horizon 2020 (il programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione) ed è compreso nel bando action group.
Per quanto riguarda l’Italia i partner sono Iren spa e il consorzio Ticass, che comprende imprese, università ed enti di ricerca raggruppati nel polo ligure di innovazione scientifico-tecnologica attivo in ambito energia (e ha affiancato la Regione Liguria nella stesura del nuovo piano dei rifiuti).
L’obiettivo è di sviluppare una metodologia di gestione dei comparti acqua e rifiuti, identificando le possibili sinergie e integrando l’utilizzo di nuclei tecnologici utilizzati nella gestione smart di altre aree prioritarie quali l’energia, i trasporti e l’information and communication technology.
Tra i primi passi di BlueSCities, lo scorso settembre, la dichiarazione di intenti di Dubrovnik, in cui le amministrazioni locali hanno messo in evidenza punti di forza e punti di debolezza delle città nella gestione dell’acqua, con l’obiettivo di rafforzare le sinergie per risolvere i problemi su larga scala partendo dal “piccolo”: le singole città.
«Un progetto voluto dall’European innovation partnership sull’acqua – spiega Nicola Bazzurro di Iren – e attraverso cui stiamo raccogliendo buone pratiche sulla gestione dell’acqua in circa 50 città del mondo, analizzeremo anche quello che succede in quattro città-pilota tra cui Genova». Tra gli indicatori che serviranno per l’analisi ci sono la quantità di perdite d’acqua, la raccolta differenziata, il riciclo dei rifiuti, «esteso a parametri delle smart city», puntualizza Bazzurro.
«Ticass ha un ruolo strategico perché rientra nelle attività del Polo sia nella parte energia, sia ambiente e acqua – aggiunge il presidente del consorzio Gustavo Capannelli – diamo un contributo di conoscenza e disponibilità dei dati che possono essere utili in questo progetto, che consentirà di acquisire dati validati e quantificati messi a sistema e comparati tra tutte le città coinvolte nel progetto, fornendo informazioni utili alle amministrazioni pubbliche, per capire a che punto sono rispetto al contesto europeo e internazionale».