Una clausola che tutela armatori e noleggiatori dai pagamenti illegali richiesti dagli ufficiali o altri soggetti nei porti di tutto il mondo. È questo lo scopo della Anti-corruption clause, approvata da Bimco (The Baltic and International Maritime Council) la maggiore organizzazione di shipping a livello internazionale, lo scorso 19 novembre ad Amburgo, durante i lavori della Documentary committee, a cui ha presto parte anche Fonasba, l’associazione mondiale dei mediatori e degli agenti marittimi.
«Abbiamo cercato di offrire ad armatori e noleggiatori, che vogliono combattere pratiche poco ortodosse nei porti, uno strumento da introdurre nei propri contratti – spiega Angus Frew, segretario generale di Bimco – il suo uso rimane però totalmente volontario, a discrezione elle parti».
Il cuore della disposizione prevede che l’armatore possa pubblicare una nota di protesta in caso di richieste illegali e di richieste illegali non ritrattate. Questo scatena una reazione solidale da parte el noleggiatore che si impegna a non dichiarare il noleggio sospeso in caso la nave sia costretta a ritardare a causa di azioni ostruttive.
Inga Froya di Bimco, alla testa del gruppo di lavoro che ha redatto la clausola, ha spiegato che si tratta di un testo imparziale e bilanciato: «aiuta le parti a ottemperare alle leggi sulla corruzione e a lavorare insieme per combattere le richieste di pagamenti illegali».
La nuova disposizione è il risultato del lavoro portato avanti da una squadra di avvocati e professionisti internazionali e fornisce un’alternativa alle clausole al momento in uso nei contratti marittimi.