Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive passano anche per Genova: si chiama Gemini l’innovativo software per la gestione del sistema di sorveglianza dei virus infettivi, uno strumento open source sviluppato dalla genovese 19.Coop insieme a Seremi, Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per il Piemonte.
«Il software è nato nel 2008 ed è partito in Piemonte un anno dopo – spiega Roberto Raso di Seremi – si è successivamente allargato in Emilia Romagna nel 2012». Pur essendo stato sviluppato anche da una cooperativa genovese, la piattaforma non è ancora “arrivata” in Liguria: «L’abbiamo proposta – dice Antonio Scarlatelli, presidente di 19.Coop – ma non è mai stata adottata, pur essendo un software open source, quindi assolutamente gratuito». Lo strumento è rilasciato con licenza Creative Commos by-nc-sa: richiede l’attribuzione della paternità dell’opera, la non commercializzazione e la condivisione senza alternazioni. Ma il suo valore d’uso tocca addirittura i due milioni di euro.
Il sistema si basa principalmente sul Simi, Sistema informativo delle malattie infettive (definito dal decreto ministeriale del 15 dicembre del 1990), che stabilisce l’obbligo di notifica per 47 malattie infettive. Il flusso del Simi parte dal medico, ospedaliero o di base, che diagnostica la malattia infettiva ed effettua una prima segnalazione alla Asl di competenza, poi a quelle incaricate di adottare eventuali misure di profilassi a tutela della salute pubblica, fino alla Regione e agli organismi centrali (come il ministero della Salute e l’Istat) ed eventualmente internazionali.
Il software è in grado di gestire in modo completo il Simi insieme ad altre componenti del sistema di sorveglianza: l’elemento principale del sistema è la scheda di segnalazione, un formulario derivato direttamente dalla scheda cartacea, che contiene tutti i campi necessari a identificare malattia, soggetto, contesto e altre informazioni. Per ogni malattia inserita nel database, il software possiede quindi la scheda di segnalazione relativa, che può essere inserita (e manipolata) dagli utenti presenti nel sistema in base a permessi ben definiti. La flessibilità di Gemini consenti quindi di gestire non solo l’intero flusso Simi, dal medico fino al ministero della salute, ma anche le “schede di sorveglianza speciali”, come morbillo, rosolia, malattie batteriche o epatiti virali acute, le resistenze inusuali (che rientrano nei “sistemi di sorveglianza di laboratorio”), le schede Hiv e delle malattie sessualmente trasmissibili, fino ai casi di tubercolosi. «Sebbene nello specifico sia uno strumento di sorveglianza delle malattie infettive – precisa Raso – la piattaforma è disegnata anche per la gestione di ulteriori flussi di informazioni, locali e regionali».
Dal 2008, anno di nascita di Gemini, fino a oggi, sono state rilasciate quattro nuove versioni del software: «La quarta è di gennaio di quest’anno – spiega Scarlatelli – Le nuove versioni nascono soprattutto dalla forte cooperazione tra le regioni che le adottano: una sorta di staffetta tra Piemonte ed Emilia Romagna».