Il prossimo sarà il gin. Il progetto Origine di Cengio, che ha già dato vita a liquori e vodka bio, a settembre si arricchirà di un nuovo prodotto che verrà presentato al gin day di Milano, il primo evento italiano dedicato al gin.
Un ulteriore passo per un’azienda nata nel 2004 come startup che, usufruendo di tutte le agevolazioni del caso e con un investimento iniziale di circa 300 mila euro, ha cominciato a vendere la prima bottiglia due anni dopo.

Origine è stata fondata da Alessandro Pancini e Luca Graffo, due compagni di scuola che i casi della vita hanno fatto ritrovare: il primo, laureato in filosofia, ha lavorato nel campo delle tecniche di psicosomatica e bioenergetica, il secondo in un’importante officina meccanica della val Bormida. Insieme hanno deciso di gestire un ristorante: l’Osteria del Castello a Cengio alta, riscoprendo i piatti e le bevande della tradizione locale. Le bevande preparate per i clienti del ristorante riprendevano l’abitudine di quei posti di produrre tutto “in casa”, da lì la decisione di imparare l’arte della distilleria per la creazione di un laboratorio – Origine appunto – nato proprio accanto al ristorante.
«Teniamo molto al nostro territorio – racconta Pancini – Cengio alta è un nucleo storico, siamo sulla via del sale, per questo siamo anche attivi nell’ambito dell’associazione Le Stelle, che si occupa della valorizzazione artistica e della storia delle nostre zone. A livello gastronomico siamo partiti dal recuperare la cucina del territorio, anzi la cucina tipica proprio di questo locale, di cui ci sono notizie dai primi del Novecento, a iniziare da prodotti di qualità e dai saperi culinari di chi per anni ha sperimentato in proprio tecniche e preparazioni e ora le vuole condividere».
La produzione di Origine si avvale di materie prime locali: «Le erbe officinali arrivano dai soci della Cooperativa Agronatura di Segno, tutti i liquori sono fatti con acqua minerale, collaboriamo con Acqua Lurisia per la vodka. Quindi selezioniamo e poi facciamo un lavoro di trasformazione», dice Pancini. Anche le etichette e l’immagine coordinata sono stati curati da una realtà locale di grafica: lo studio Rossi.
Il team, oltre che dai due soci-lavoratori è formato da agenti di vendita che variano a seconda della stagione, in tutto l’azienda ancora non supera i 10 addetti.
La produzione arriva a circa 30 mila bottiglie all’anno e sta coprendo a poco a poco l’investimento iniziale: «Siamo entrati nel circuito di Eataly – sottolinea Pancini – e abbiamo notato che negli ultimi anni l’attenzione per il biologico si è diffusa, abbiamo richieste dirette da bar di Milano, Torino, Roma, siamo tra i pochi specializzati sul mercato».
Per promuovere ulteriormente il marchio, Pancini e Graffo hanno cominciato a organizzare serate ad hoc anche a domicilio del cliente, ma soprattutto a lavorare con i barman: «Fulvio Piccinino, che ora si occupa solo di formazione, ha realizzato per noi anche un ricettario di cocktail bio», dice Pancini.