Una mostra sugli aspetti mostruosi e paurosi del mare dal 500 fino ai giorni nostri in tutte le forme d’arte grazie anche a opere prestate da musei e biblioteche genovesi.
Mare Monstrum è la mostra allestita sino al 10 gennaio 2016 al Galata Museo del Mare, struttura che fa parte del gruppo Costa Edutainment.
La mostra è allestita tra il 1° e il 2° piano del Galata e si articola in tre aree tematiche: l’orrore nel mare (tutto ciò che di mostruoso abita il mare); l’orrore del mare (il mare stesso come elemento pericoloso e terrificante); l’orrore dal mare (le meraviglie e gli orrori che vengono dal mare). Sviluppata in sei sale, Mare Monstrum esplora l’orrore e la meraviglia legati all’ambiente del mare così come sono stati immaginati e rappresentati in diverse epoche, culture e società.
Antichi e preziosi bestiari mostruosi insieme agli atlanti del Cinquecento testimoniano come nella cartografia dell’epoca erano spesso raffigurati animali mostruosi realmente esistiti e/o frutto della paura dell’ignoto. Mitologia ma anche letteratura: la leggenda di San Brandano che abitò su una balena, Colapesce (uomo appassionato di mare a tal punto di diventare pesce) e altre storie fantastiche come quella dell’unicorno (in esposizione un corno originario del narvalo da cui deriva la leggenda dell’unicorno).
Grazie ai prestiti del Museo di Storia Naturale sono esposti alcuni animali imbalsamati come il dugongo, detto sirena del mare, una tartaruga gigante, denti di squalo e di tricheco, un limulo, tutti animali che hanno dato adito a storie fantastiche e presenti in testi storici.
La mostra prosegue con l’esposizione di riviste (inizio Novecento), giornali, manifesti cinematografici, film, fumetti, che illustrano avvistamenti e sciagure in mare e di come nel corso della storia siano cambiate le interpretazioni di questi animali mostruosi.
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Dalla pancia di una balena (ricostruita all’interno della sala in questione) si passa al tema successivo: le navi fantasma con alcuni racconti come quello della “Mary Celeste” che fu trovata abbandonata ma completamente funzionante e su cui ci furono diverse sfortunate indagini.
Uno spazio didattico allestito in collaborazione con la Playmobil dove i bambini possono disegnare i loro mostri marini, separa il primo dal secondo piano dove viene affrontata la mostruosità del mare ai giorni nostri: dai gorghi ancora esistenti che inghiottono le navi, ai pericoli della navigazione in rete passando alla storia del telegrafo.
L’ultima sala tratta il tema della paura del mare durante il colonialismo (paura del diverso, delle altre culture che arrivavano dal mare). In questa sala è esposta la famosa sirena proveniente dal Castello d’Albertis: metà scimmia e metà pesce rappresenta uno dei tanti talismani prodotto in Oriente. La mostra prosegue sul brigantino, esempio di nave negriera. Manifesti, spezzoni di film illustrano la figura dello zombi (schiavo senza identità costretto a lavorare nelle colonie.) Mare Monstrum termina con l’esposizione di una barca da pesca giunta a Lampedusa e utilizzata per gli sbarchi: perché ancora oggi la paura arriva dal mare.