I bambini che frequentano gli asili nido ottengono anche le migliori performance in italiano e matematica alle scuole elementari. Lo rivela uno studio condotto da Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) su dati Invalsi, che mettono in luce forti diseguaglianze tra Nord e Sud Italia: Trentino al primo posto per frequenza e migliori performance, Calabria, Sicilia e Campania fanalini di coda.
In questo panorama la Liguria si posiziona nella zona medio-alta, in linea con le regioni che seguono con buoni risultati la correlazione tra i due elementi: circa il 17% dei bambini liguri frequentano l’asilo nido (la percentuale più alta in Emilia Romagna, 26,5%, seguita dal 23% registrato in Trentino Alto Adige) e le performance ottenute alle scuole elementari sono buone: 203 in italiano, 201 in matematica. In testa alla classifica i bambini trentini, con punteggi superiori al 210, seguiti da Marche, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, dove si registrano punteggi vicini al 207. Il migliore punteggio tra le regioni del Sud Italia è quello della Sardegna (203 in italiano e 205 in matematica), mentre in coda, fermi tra 190 e 196 nei test Invalsi, ci sono i bambini campani, calabresi e siciliani.
Migliori performance collegate a una frequenza più assidua negli asili nido: un bambino friulano su cinque, 17% nelle Marche e 15% in Piemonte. particolare la situazione in Sardegna: nonostante i buoni punteggi ottenuti nelle due discipline, i bambini che vanno agli asili nido sono davvero pochi: appena il 12,6%. Nel Sud sono davvero pochi i bambini che li frequentano e le percentuali non arrivano quasi mai alla doppia cifra Molise, con 11% e Sardegna a parte): meno di uno su dieci in Abruzzo e Basilicata, appena 5 su 100 in Sicilia e addirittura il 2,8% in Campania e il 2,5% in Calabria.
Mettendo in correlazione il Pil pro capite con la diffusione dei servizi per l’infanzia, si nota che asili nido e ricchezza sono strettamente connessi: Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono le regioni con il maggior numero di asili nido e tra quelle con la maggior ricchezza pro capite. Dall’altro lato, Campania, Calabria e Sicilia si confermano regioni con una diffusione minima di servizi all’infanzia e un altrettanto basso livello di ricchezza. Servizi che, non a caso, hanno anche effetti sull’occupazione femminile: l’aumento dell’1% del numero di posti nei servizi di childcare pubblici potrebbe far crescere dell’1,3% la possibilità che le madri lavorino.
In Liguria in dieci anni i posti nei nidi per bambini 0-36 mesi sono passati da 6.690 a 10.561, raggiungendo il 27,6% della copertura, lontano ancora dall’obiettivo di Lisbona del 33%. È stato inoltre reso obbligatorio l’accreditamento delle strutture per poter accedere a benefici.
Il Piano straordinario nazionale per il potenziamento territoriale dei servizi per la prima infanzia del 2007/2009 mise in campo, complessivamente, 10.387.987 euro tra risorse nazionali e regionali, con un incremento dei nidi e degli altri servizi da 293 a 419.