Spiegare ma soprattutto promuovere l’alternativa dei porti affacciati sul Mediterraneo per quei caricatori e spedizionieri del centro Europa che ancora oggi prediligono gli scali del Northern Range, nonostante le evidenti difficoltà riscontrate negli ultimi anni. Questo l’obiettivo della Southern Gateway to the European market, la tavola rotonda che si è tenuta oggi nello stand dei porti liguri che partecipano al TransportLogistics di Monaco di Baviera.
«Il Porto di Genova − spiega Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale di Genova − si presenta oggi al mercato internazionale della logistica come una delle eccellenze portuali europee sia in termini di strutture, sia di efficienza. Un porto multifunzione e multimerce che ha raccolto la grande sfida dello sviluppo e che oggi si candida a diventare il gateway privilegiato per la merce diretta in Europa. Ho riscontrato un grande interesse degli operatori anche per il nostro nuovo piano regolatore portuale e per il progetto del Blue Print di Renzo Piano».
Presentate le caratteristiche del sistema portuale e logistico ligure, i dati relativi ai traffici complessivi, i punti di forza e le efficienze dei tre scali. Illustrate anche le prospettive dei tre porti liguri che possono contare su un cospicuo pacchetto di investimenti pari a oltre due miliardi e duecento milioni di euro, in corso di realizzazione e di autorizzazione: Savona ha in cantiere opere per 800 milioni, Genova per circa 1 miliardo e 100 milioni e Spezia per oltre 400 milioni.
«È giunto il momento di rompere vecchi schemi e pregiudizi sul nostro Paese e sul nostro sistema portuale − dice Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità portuale spezzina − Ormai non ci sono più ragioni perché i porti della sponda sud del Mediterraneo, e quello della Spezia in particolare, non possano essere scelti come porte di accesso ai mercati del centro Europa. Siamo all’avanguardia nei processi di informatizzazione, con il preaclearing abbiamo dimezzato il dwell time, abbiamo potenziato l’intermodalità e siamo competitivi con i costi. Grazie alla pace sindacale e alla coesione sociale che regnano sulle banchine lavoriamo 365 giorni l’anno. È quindi possibile riequilibrare il divario tra nord e sud Europa, almeno in termini di traffici portuali: è questo l’obiettivo, nostro e dell’intero Paese, per cui stiamo lavorando, e i risultati cominciano a vedersi».
Strategie di sviluppo seguite anche dall’Autorità portuale savonese, che, in questi anni, ha messo a punto iniziative per la valorizzazione dello scalo e del territorio circostante: profondi fondali, linee ferroviarie verso l’hinterland e spazi retroportuali disponibili per attività di logistica: «Così si inserisce il progetto della piattaforma multipurpose a Vado Ligure − dice il presidente Gianluigi Miazza − un terminal container a completamento dell’offerta disponibile per le grandi navi e proiettato verso il mercato del sud Europa attraverso un servizio ferroviario indipendente. L’analisi costi-benefici recentemente sviluppata dal gruppo Clas ha quantificato i vantaggi economici per popolazione e imprese pari a circa 1 miliardo di euro e in circa 465 milioni di euro i benefici ambientali e climatici».
Partendo dalla convinzione che sia possibile recuperare traffici sui porti liguri per quasi un milione di container dal NorthernRange, Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri della Spezia, ha sottolineato i punti di forza del sistema portuale rappresentato dai tre porti liguri che hanno recuperato il gap nei confronti dei porti del Nord Europa in termini di efficienza e competitività: «Siamo pronti a fare la nostra parte come abbiamo già fatto in passato, adottando per primi le procedure innovative come il manifesto elettronico, le procedure domiciliate in porto e il preclearing».
I rappresentanti dei terminalisti hanno evidenziato gli sforzi compiuti dagli operatori per essere pronti a cogliere le sfide del futuro dei mercati internazionali e in che direzione stanno andando gli investimenti per potenziare l’offerta dei terminal nei tre porti di Genova, Savona, La Spezia: «Per quel che riguarda il traffico della frutta − spiega Alessandro Piccardo, consigliere di Assiterminal − da Vado serviamo già tutta Europa perché il 7% della frutta esportata va in Francia, il 14% in Est Europa. Auspicherei una maggiore integrazione con le ferrovie per aggredire maggiormente il mercato svizzero potenzialmente molto ricettivo».