L’assemblea degli azionisti di Banca Carige ha approvato il bilancio 2014 con il 99,12% dei voti favorevoli e lo 0,19% contrari. La perdita è di 657,8 milioni di euro a livello individuale, mentre a livello consolidato il passivo è di 543,6 milioni di euro. Approvato nel pomeriggio anche l’aumento di capitale di 850 milioni per rafforzare l’istituto secondo le indicazioni della Bce.
Durante la discussione di questo punto all’ordine del giorno, la Fondazione Carige (attualmente titolare del 12,5%) aveva annunciato il suo voto a favore dell’operazione chiedendo però al cda, per voce del suo rappresentante Giovanni Domenichini, di valutare l’opportunità «di soprassedere a una o più delle dismissioni previste». Nel piano di rafforzamento del capitale imposto da Bce, Carige ha previsto dismissioni di asset non strategici tra cui Banca Cesare Ponti e Creditis. Sulla richiesta non sono stati fatti commenti da parte dei vertici della banca durante l’assemblea.
Il rappresentante di Fondazione Carige si è inoltre soffermato sugli elevati costi dell’operazione di aumento di capitale in esecuzione che sono attualmente stimati in 46 milioni di euro. Domenichini ha sottolineato che l’incidenza dei costi, attualmente del 5,4%, risulta superiore alla media delle ultime operazioni di ricapitalizzazione avvenute in Italia (3,3%) nonché superiore all’incidenza dei costi dell’aumento di capitale di Carige del 2014 (5,4%).
L’amministratore delegato Pier Luigi Montani ha precisato che le commissioni applicate dal consorzio guidato da Mediobanca sono stimabili nel range 2,5%-4,5%: «Ovviamente un consorzio sa che sta facendo un’operazione per banche necessitate dalla Bce a fare l’operazione e quindi la negoziazione per noi è meno facile – ha detto – ma noi confidiamo di portarla sui valori dell’aumento di capitale precedente».
Si sono presentati all’assemblea 417 aventi diritto di voto, pari al 26,56% del capitale sociale. Grandi assenti Gabriele Volpi e gli ex pattisti come Coop e Gavio.
«Siamo a metà del turn around – ha detto Montani – abbiamo sviluppato iniziative per mettere in sicurezza la banca. Abbiamo avuto i riflettori puntati sin troppo su di noi, siamo stati penalizzati anche da un cambio di regole e dal fatto che la banca sia stata presa come riferimento di banca poco sicura. Tuttavia i correntisti hanno capito i nostri sforzi: la raccolta del risparmio e dei conti correnti, ha tenuto bene: cresce del 5,5% e mentre i conti correnti del 7,2%».
Prevista una cospicua riduzione del patrimonio di rischio (oltre un miliardo) per raggiungere gli obiettivi fissati dal nuovo management: «Essere una banca solida, una banca semplice, vicino al cliente e focalizzata sull’attività commerciale, sempre attenta al territorio».
Carige resterà una banca ancorata soprattutto al Nord Italia e soprattutto non sarà più possibile una situazione da “one man show” come in precedenza: «Sono stati aboliti i gradi gerarchici, l’organizzazione è separata tra mercato e crediti. Non ci sarà più una sola persona che prende decisioni importanti singolarmente, ma tutto sarà gestito collegialmente», assicura Montani.
Dal punto di vista delle misure extra-finanziarie è prevista una razionalizzazione delle filiali con 45 chiusure per arrivare a 590 nel 2019. Inoltre è previsto un consolidamento dei fornitori e un programma di riduzione delle politiche di sourcing e la dematerializzazione e la digitalizzazione delle attività.
Montani si sofferma sugli investimenti e sui margini: «Ci deve essere un ritorno agli investimenti. I tassi però sfiorano il pavimento: è chiaro che in questa situazione fare marginalità per le banche è molto difficile». Il ritorno a una situazione più “normale” è sancito anche dalla rinata attività di prestito nei confronti delle piccole imprese.
C’è attesa anche per l’approvazione da parte dell’Ivass della cessione degli asset assicurativi di Banca Carige ad Apollo Global Management. Il via libera dovrebbe arrivare «entro il mese di maggio», annuncia il presidente, Cesare Castelbarco Albani. Lo scorso ottobre è stata conclusa l’operazione di cessione di Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni al fondo Usa per 310 milioni di euro.
Il titolo Carige nell’ultimo anno ha perso il 67,81% del proprio valore, ma nell’ultimo mese la performance è stata positiva +2,55%. La variazione odierna è del +4,48% con il prezzo alle 17.35 fissato a 0,0723 centesimi.
A fine giornata l’assemblea ha bocciato le modifiche statutarie in materia di governance con cui si dava più potere al cda.
Determinante il voto contrario della Fondazione Carige che detiene ancora il 12,5% del capitale sociale della banca in attesa del via libera del Mef alla cessione del 10,5% delle azioni alla holding della famiglia Malacalza.
«Ci aspettavamo il voto contrario della Fondazione alle modifiche statutarie sulla governance il cui obiettivo era consentire agli eventuali nuovi soci di avere il massimo di libertà di manovra». Lo ha detto il presidente di Banca Carige, Cesare Castelbarco Albani commentando la bocciatura da parte degli azionisti di alcune modifiche allo statuto.
«Ci era stato spiegato in modo chiaro – ha aggiunto – che la Fondazione, avendo raggiunto un accordo con un possibile azionista sulla base del vecchio statuto, riteneva opportuno non modificare la situazione. Quando abbiamo predisposto le modifiche statutarie, siccome c’è necessità di avere 90 giorni di tempo per l’approvazione, non eravamo in grado di prevedere
quali sarebbero stati gli sviluppi da un punto di vista azionario. Per questo avevamo predisposto uno statuto che fosse il più flessibile possibile e consentisse agli eventuali nuovi soci, al tempo non ipotizzati, di avere il massimo di libertà di manovra».