I sindacati dell’area del Golfo Paradiso e del Tigullio lanciano, attraverso il conteggio delle cifre della disoccupazione, un appello alle istituzioni affinché vengano compiute quelle scelte considerate urgenti per il rilancio del territorio.
“In questi anni di crisi – si legge nella nota – gli iscritti alle liste di disoccupazione nel nostro comprensorio hanno superato la soglia delle 13 mila unità, mentre sono quasi 5 mila coloro che hanno perso un lavoro. La situazione è particolarmente drammatica nella fascia di età sopra i 40 anni ma non è da meno la situazione dei giovani alla ricerca del primo lavoro, ormai sfiduciati sulla reale possibilità di trovare una occupazione”.
I sindacati invitano a non perdere di vista la difesa degli insediamenti industriali esistenti.
La Città Metropolitana viene vista come un elemento di supporto allo sviluppo dell’intero comprensorio e non il solo accentramento delle funzioni.
Le strutture pubbliche devono essere mantenute e incrementate: “Esse rappresentano un punto di eccellenza nella fornitura di servizi e di particolare importanza per le funzioni che svolgono in un territorio complesso e articolato come è il Tigullio Golfo Paradiso. Dopo la perdita degli uffici giudiziari, il nostro comprensorio non può permettersi un ulteriore depotenziamento della rete dei servizi pubblici, che finirebbe per penalizzare cittadini e imprese”.
Le opere pubbliche considerate prioritarie sono: il tunnel Rapallo-Valfontanabuona, il prolungamento di viale Kassman, il depuratore comprensoriale, il contratto di fiume, lo sviluppo di un Polo tecnologico territoriale partendo da quello già costituito a Sestri Levante e dalle proposte su Chiavari, una gestione comprensoriale del ciclo dei rifiuti.
I tempi, dicono i sindacati, sono strettissimi: “si deve decidere entro i prossimi due, tre mesi.” Cgil, Cisl e Uil ricordano che la non scelta sul depuratore comprensoriale “significa perdere decine di milioni di euro destinate al comprensorio e pagare da maggio multe salate all’Europa. Queste scelte significano creare centinaia di posti di lavoro per almeno dieci anni”.
Tra le indicazioni anche il rilancio del settore della edilizia sostenibile, investendo sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente senza trascurare quelle opere necessarie all’assetto idrogeologico del territorio.
Non meno prioritaria e importante viene considerata la costituzione delle Unioni dei Comuni con criteri di condivisione dei servizi essenziali (già previsto come obbligo) ma soprattutto come strumento di coordinamento delle politiche del territorio con ricadute in termini di razionalizzazione ed efficienza a vantaggio di tutte le comunità, specialmente quelle dell’entroterra.