I Patronati italiani, e quindi anche quelli liguri, sono sul piede di guerra. La legge sulla stabilità potrebbe tagliare di circa 150 milioni di euro i fondi che annualmente l’Inps versa a queste sigle, legate ai sindacati, alle associazioni imprenditoriali e ad altre organizzazioni. Lo slogan per opporsi a questa manovra della spending review è “Ti stanno tagliando i diritti”.
Il “taglio” della legge di stabilità riguarda i Patronati che, per legge hanno diritto a dividersi – in proporzione alle pratiche trattate – lo 0,226% dei contributi sociali versati da datori di lavoro e lavoratori. Secondo un emendamento alla manovra quel contributo dovrebbe scendere allo 0,178% facendo seguito a una riduzione già avvenuta nel 2011.
Sul tema sono già stati sollecitati i parlamentari liguri, alcuni dei quali il 10 novembre hanno incontrato i rappresentanti dei Patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli. Nella riunione è stato ricordato che 140 parlamentari del Pd, tra cui quelli liguri, hanno sottoscritto un emendamento abrogativo “per ripristinare le risorse necessarie al funzionamento dei patronati”.
I Patronati riconosciuti sono una trentina e hanno circa 10 mila sportelli in Italia. I più rappresentativi sono quelli del raggrupppamento Ce.Pa. (centro patronati) e cioè Inca-Cgil, Inas-Cisl, Acli, Ital-Uil che si dividono oltre il 58% del totale dei contributi. Ma, appunto, tutte le categorie hanno il proprio Patronato: per esempio i coltivatori hanno l’Epaca e i commercianti l’Enasco.
«Il taglio proposto non è un risparmio fiscale – sostiene Gabriele Parodi, direttore del patronato Inca di Genova – perché quello 0,226% appartiene ai lavoratori ed è nato per garantire servizi ai lavoratori. Il ministero del Lavoro ha la funzione di ripartirli in proporzione alle attività e al numero di sedi delle varie organizzazioni. In realtà i Patronati svolgono un ruolo di partenariato per Inps e Inail che hanno ridotto all’osso il personale e quindi i servizi offerti». Con la telematizzazione dei servizi, oltre l’80% delle domande di carattere previdenziale ed assistenziali indirizzate agli enti è patrocinata proprio dai Patronati: «Questo – spiega Parodi – non solo per la bassa alfabetizzazione informatica, ma soprattutto per la difficoltà di interpretare la normativa. Il Patronato, proprio per questo, svolge un ruolo di tutela del cittadino in tutti quei casi in cui viene negato un diritto».
In pratica il Patronato si sostituisce (per legge) a Inps e Inail ricevendo in cambio una “quota” per ogni pratica seguita. È capitato a molti lavoratori che, al momento di andare in pensione (soprattutto quando si tratta della gestione speciale dell’Inps, ma non solo), dopo aver fatto la coda, si siano sentiti dire dall’impiegato della previdenza di rivolgersi a un Patronato perché l’ufficio non segue quella pratica.
In sostanza, spiega Parodi, è un ruolo di «supplenza e di sostituzione che tra l’altro fa risparmiare centinaia di milioni di euro all’anno allo Stato. Da fonti pubbliche risulta che il ruolo dei Patronati è suppletivo di oltre 6000 dipendenti pubblici ed equivale a oltre 657 milioni di risparmio per lo Stato».
«I Patronati svolgono un ruolo fondamentale sul territorio a favore dei cittadini, specialmente quelli più deboli e i più svantaggiati – sostiene Parodi (Inca-Cgil ha 10 uffici a Genova e 21 in Liguria con un totale di 59 addetti) – si parla tanto di informatica, ma la maggior parte delle persone, in particolare pensionati e persone più deboli, hanno necessità di confrontarsi con uno sportello, con una persona che capisca e risolva i loro problemi anche a causa delle difficoltà di dialogo che c’è con la pubblica amministrazione e per la complicazione dei documenti da presentare. Su 12 milioni di pratiche all’anno dei Patronati, metà sono legate a previdenza e infortuni sul lavoro».
In Liguria i Patronati legati al gruppo Ce.Pa. contano 104 sportelli con 157 dipendenti e si avvalgono anche della collaborazione di medici e legali. Per restare nei numeri, nel 2013 in Liguria i Patronati hanno avuto mezzo milione di contatti e aperto oltre 244 mila pratiche: 32,5 mila domande di invalidità, 45 mila domande di disoccupazione, quasi 10 mila domande di maternità o paternità, 13,5 mila domande di prestazioni previdenziali, quasi 14 mila domande per il soggiorno o il ricongiungimento per stranieri.