Adeguarsi al sistema in tempi rapidi. Raffaella Paita, neo assessore regionale ai rifiuti, stempera l’emergenza che dalla prossima settimana investirà la Liguria con la chiusura della discarica di Scarpino, per la mancanza di impianti che separano la frazione secca da quella umida. Una fase delicata a cui si è arrivati a causa delle ripetute inadempienze di Comuni e soggetti gestori.
Ma nel frattempo occorre trovare una soluzione dopo il no del Piemonte a ricevere tutti i rifiuti che non potranno più essere conferiti a Scarpino.
Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria, fa i conti in tasca agli enti pubblici: «La cultura delle discariche l’ha fatta da padrone sinora, non si è capito che gli impianti di trattamento creano anche nuovi posti di lavoro ed è importante trovare gli spazi dove cominciare a realizzarli. Con questa emergenza abbiamo stimato 4 milioni di costi, mentre un impianto si costruisce con queste cifre entro un anno e mezzo. Non è possibile che tali costi vengano scaricati sulla collettività sottoforma di tasse. Servono anche incentivi per chi effettua correttamente la raccolta differenziata. Bisogna invertire la tendenza al più presto».