I dati divulgati da Agices (Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale) parlano chiaro e nel report del 2013 si legge che “dalla sua nascita il movimento del commercio equo ha visto una crescita costante dei dati economici”. Agices conta una novantina di associazioni in tutto il territorio nazionale, di cui ben 15 solo in Liguria. Si tratta di realtà commerciali che, nonostante la crisi e la riduzione dei consumi, hanno presentato una crescita dei ricavi del 25% dal 2007, raggiungendo i 4 milioni di euro.
Le imprese iscritte nell’elenco equo-solidale ligure contano su un’occupazione di circa 50 operatori, anche se l’età media dei volontari, vero motore del settore, si sta alzando a causa di un’offerta di lavoro poco stabile. «La crisi economica – spiega Roberta Greco, della Bottega della Solidarietà di Savona – ha portato un discreto calo nelle vendite, ma un significativo zoccolo duro di consumatori consapevoli e attenti permette ancora alle Botteghe di continuare le loro attività. I clienti che cercano qualità, filiere trasparenti, materie prime biologiche, tessuti naturali continuano a scegliere l’equo. Coloro che sono interessati alla storia che si cela dietro ai prodotti continuano a cercare l’equo».
In Liguria anche gli enti locali hanno aiutato lo sviluppo del commercio solidale e grazie agli acquisti dei singoli consumatori, delle aziende private e delle pubbliche amministrazioni, la vendita pro-capite per la popolazione ligure ha raggiunto i 5 euro all’anno su una media nazionale che si ferma a 3 euro pro-capite all’anno. «La Liguria – evidenzia Greco – ha una buona presenza di organizzazioni eque e solidali, anche in rapporto a molte altre regioni italiane apparentemente più vive».
UN BANDO REGIONALE
In Liguria sono nate 15 associazioni e 23 Botteghe del Mondo che offrono prodotti che arrivano da oltre 200 produttori di 70 diversi Paesi del Sud del Mondo. «Alcune realtà equo-solidali – racconta Micol Arena, del settore progetti e attività educative della Bottega Solidale di Genova – sono ancora piccole e operano solo con i banchetti, altre invece sono più strutturate e possono contare su una ventina di dipendenti, oltre che ovviamente sul contributo dei volontari».
Nel 2007 le realtà liguri che si occupano di commercio equo-solidale hanno unito le forze dando vita a un’Ats (Associazione temporanea di scopo), che attualmente può contare su oltre 4 mila soci, 400 volontari e 50 dipendenti.
«Equoliguria – spiega Arena, coordinatrice della rete – è nata nel momento in cui cercavamo l’appoggio della Regione per avere una legge a sostegno del commercio solidale. Così è nata una normativa che ha permesso di attivare un bando regionale annuale per finanziare le attività commerciali equo-solidali». La legge regionale n. 32 del 2007 è una norma che ha fatto da apripista anche a livello nazionale: punto di riferimento sulla legislazione in materia, la Liguria è stata la prima Regione ad avere una legge che definiva le iniziative equo-solidali come vere e proprie attività economiche e commerciali. «La rete di associazioni – spiega Arena – ha agevolato i rapporti con le istituzioni e ha facilitato gli investimenti strutturali, piccoli e grandi acquisti che, con una struttura finalmente consolidata, hanno permesso di far crescere le singole realtà locali».
L’IMPORTANZA DEI VOLONTARI
Molte delle associazioni liguri hanno già festeggiato i vent’anni di attività, come nel caso di Zucchero Amaro, la realtà equo-solidale chiavarese nata nel 1993: «I primi anni – racconta Alessandra Governa, responsabile della comunicazione – eravamo solo un gruppo di volontari che gestiva il commercio equo con i banchetti, poi nel 2000 abbiamo affiancato all’associazione una cooperativa e ci siamo allargati aprendo prima una Bottega a Chiavari, e poi a Santa Margherita, a Levanto e a Sestri Levante». Zucchero Amaro è composta da 200 soci, di cui una sessantina di volontari, e da due soci lavoratori. O meglio, lavoratrici. «I volontari – sottolinea Governa – sono il cuore pulsante dell’associazione, ma va detto che la maggior parte delle persone che si occupano di commercio equo è di sesso femminile. Spesso ci diciamo che nel commercio equo-solidale le donne tengono aperti i punti vendita, mentre gli uomini occupano i cda».
I volontari che gravitano attorno alle botteghe vengono chiamati durante le attività di sensibilizzazione sul commercio equo che si organizzano nelle scuole. Si parla di oltre mille ore di interventi didattici all’anno inerenti ai temi dell’economia solidale. Questi incontri nelle scuole hanno condizionato nel tempo anche alcune scelte concrete: ogni giorno, per esempio, 30 mila studenti liguri consumano un pasto equosolidale nelle mense scolastiche.
«I volontari – spiega Arena – fanno anche parte della vita delle botteghe e quindi devono essere formati per poter assistere la clientela nell’acquisto, far conoscere il prodotto e tutto il lavoro che c’è dietro. Ci appoggiamo moltissimo sul loro aiuto soprattutto durante Equa, la nostra fiera regionale».
LA FIERA EQUA
Organizzata da tutte le associazioni di Equoliguria e ospitata del Porto Antico di Genova, Equa è arrivata nel maggio del 2013 alla sua sesta edizione con numeri sempre più significativi: oltre 25 mila visitatori, nonostante la pioggia, 1350 pasti equo-solidali serviti, 45 ore di eventi pubblici fra seminari, laboratori per adulti e bambini, lezioni di cucina, teatro e concerti; oltre 100 persone impiegate nei servizi al pubblico, ma soprattutto zero plastica, ovvero solo stoviglie e borse realizzate con materiale biodegradabile.
«Equa – racconta Arena – è un momento importante per far conoscere il commercio solidale alla cittadinanza, per far sapere che non commerciamo solo caffè, zucchero e cacao, ma anche prodotti di abbigliamento, oggettistica, prodotti per la casa, cosmesi, eccetera. Il sostegno regionale, inoltre, ci permette di avere un po’ di respiro dal punto di vista finanziario e, in occasioni come Equa, di poter proporre gratuitamente gli eventi che organizziamo». Nelle 6 edizioni di Equa sono stati contati complessivamente 175 mila visitatori, fra i quali 2600 bambini che hanno partecipato a eventi a loro dedicati e sono stati emessi oltre 30 mila scontrini.