Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 22-28 settembre 2021 indicatori in calo in Liguria: 66 i casi attualmente positivi per 100 mila abitanti. Una variazione di -16,1% di nuovi casi. I posti letto in area medica e in terapia intensiva occupati da pazienti Covid restano sempre ampiamente sotto soglia: 3 e 4%.
Per quanto riguarda i vacciniin Liguria c’è ancora un discreto zoccolo duro di over 50 che non ha ancora ricevuto nessuna dose di vaccino: sono il 12,7%.
«A fronte di oltre 8,3 milioni di persone in Italia che non hanno ricevuto nemmeno una dose – commenta Cartabellotta – in questa fase è molto difficile giudicare l’entità dei progressi della campagna vaccinale, per l’ingiustificata indisponibilità pubblica sia dei dati delle prenotazioni, sia del numero di persone esonerate dalla vaccinazione».
Sulla terza dose la Liguria è parecchio indietro rispetto ad altre regioni, penultima in classifica come si vede dal grafico con lo 0,4%. Il tasso di copertura a livello nazionale è del 6,6%, con rilevanti differenze regionali: dal 26,7% del Piemonte allo 0% della Valle D’Aosta.
La copertura vaccinale sull’intera popolazione ligure vede la nostra regione che ha superato il 70,7% delle persone con il ciclo completato e il 4,5% che hanno ricevuto solo la prima dose. Un dato che si colloca sotto la media nazionale.
L’efficacia del vaccino da aprile a oggi si conferma molto elevata nel ridurre i decessi (95,2%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (92,7%) e in terapia intensiva (95,1%). Relativamente alle diagnosi di Sars-Cov-2, invece, l’efficacia è scesa dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 76,8% (periodo 4 aprile-19 settembre), in particolare nella fascia di età 12-39 anni dove si è ridotta sino al 67,2% (periodo 4 aprile-29 agosto) – verosimilmente per l’effetto “estate” – per poi risalire fino al 70,9% (periodo 4 aprile-19 settembre).
Nelle persone vaccinate con ciclo completo, rispetto a quelle non vaccinate, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che porta a ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi di Sars-Cov-2 si riducono infatti del 78,7-83,1%, i ricoveri ordinari dell’87,5-95,8%, quelli in terapia intensiva del 91,2-98% e i decessi del 79,9-95,5%.
Tra gli effetti della progressiva estensione del green pass c’è l’incremento di tamponi rapidi. Sui nuovi vaccinati l’effetto green pass è ancora modesto: dopo un lieve rialzo dopo il 6 agosto, le prime dosi giornaliere sono crollate sino al minimo del 17 settembre (media mobile 66,7 mila), registrando poi una timida risalita e stabilizzandosi intorno a quota 84 mila. «La progressiva estensione del green pass – dice Cartabellotta – ha ottenuto un effetto molto netto in termini di testing della popolazione, contribuendo a ridurre la circolazione del virus, ma sinora non ha prodotto nessuna impennata nella curva dei nuovi vaccinati. Considerato che almeno 5 milioni di persone non vaccinate sono in età lavorativa, la prova del nove per valutare l’efficacia della “spinta gentile” arriverà intorno al 15 ottobre, data di decorrenza dell’obbligo del green pass per dipendenti pubblici e privati».