Nel corso della cassa integrazione, nella sua accezione percepita, la retribuzione del dipendente diminuisce, rispetto a quella normalmente ricevuta.
È pagata dall’Inps, direttamente o tramite il datore e può riguardare (per esempio) un intero mese, una settimana, più settimane, qualche giornata lavorativa oppure anche singole ore lavorative della giornata. La conseguenza, diffusa, è che sovente il dipendente non è posto nella possibilità di conteggiare, in autonomia e quasi con immediatezza, quale sarà l’importo della busta paga in conseguenza del suo stato di cassaintegrato.
Proviamo a trovare una soluzione, di certo poco accademica ma, si spera, efficace.
Primo passaggio, facoltativo: ogni dipendente dovrebbe accertare l’importo della sua retribuzione lorda, comprensiva del o dei ratei delle mensilità aggiuntive (13ma e 14ma).
Conteggio forse non facile, che consente di individuare se la propria paga, come sopra definita, è o non è superiore a 2.159,48 euro lordi mensili. Poco importa, rinunciamo: intanto, che sia superiore o inferiore a 2.159,48 euro, l’importo che gli sarà corrisposto a titolo di cassa integrazione varierà ben poco.
Il numero da ricordare è invece quello relativo alla paga oraria che l’Inps, nel concreto, pagherà. Ed è questo: circa 5,38 euro all’ora per chi non supera l’importo di 2.159,48, che salgono a circa 6,48 euro all’ora per chi supera il massimale di 2.159,48.
Pertanto: ogni dipendente è in grado di conoscere l’importo della cassa integrazione che percepirà, moltiplicando il numero delle ore mensili non lavorate per 5,38 o per 6,48.
Il totale ottenuto è l’importo spettante, al lordo delle trattenute fiscali.