Un invito, arrivato direttamente da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e attuale presidente internazionale di Slow Food, ai 10 mila giovani liguri che venerdì scorso hanno manifestato per la questione del cambiamento climatico e ai loro coetanei delle regioni vicine: «Vengano a Slow Fish, entrino nel dibattito, perché le alleanze col futuro si fanno coi giovani. Conoscere le nostre radici è però importante, perché così si avrà a cuore ciò che ci hanno trasmesso i nostri nonni e padri». Un movimento, definito da Petrini, «senza pari nella storia, con una mobilitazione di milioni di giovani in soli 4 mesi, grazie alla potenza del digitale».
“Il mare: bene comune” è il tema della nona edizione della kermesse biennale ospitata dal capoluogo ligure. Slow Fish torna al Porto antico di Genova dal 9 al 12 maggio. «Ci piace rinnovare questo patto – sottolinea Petrini – Slow fish è Genova e non abbiamo intenzione di uscire da questo contesto storico». Un appuntamento che ha sempre tenuto «in equilibrio il diritto al piacere con la responsabilità ambientale». Del resto, l’impatto dell’alimentazione sulle emissioni di CO2, specifica Petrini, è del 34%, contro il 17% della mobilità. Un fattore da tenere presente oggi come non mai.
Per la prima volta la manifestazione organizzata da Slow Food con Regione Liguria, ha anche il patrocinio del ministero dell’Ambiente, oltre a quello abituale del Comune di Genova e il sostegno della Camera di Commercio di Genova.
La novità di quest’anno sarà la Slow Fish Arena: i protagonisti si raccontano in una dialogo aperto con i visitatori presentando le loro buone pratiche a tutela del mare. Tornano gli appuntamenti a tavola, cene create da chef italiani e internazionali nei locali di Eataly e i laboratori del gusto, per approfondire temi e ascoltare le storie di chi ha realizzato determinati prodotti. Casa Slow Food ospiterà le scuole di cucina con i cuochi dell’alleanza Slow Food. In programma molti appuntamenti per scuole e famiglie e anche Fish ‘n Tips, un percorso interattivo per scoprire i segreti del mare. Il dettaglio degli eventi sul sito ufficiale.
Slow Food, intanto rinnova l’invito a ospitare i 100 delegati da tutto il mondo in arrivo per Slow Fish.
«Quest’anno abbiamo ampliato gli spazi – racconta l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai – allestiremo una piazzetta dei pescatori, tipicamente ligure, che servirà per i laboratori. Il grazie più grande va proprio ai nostri pescatori, che oltre a norme stringenti, quest’anno hanno dovuto affrontare i danni pesanti della mareggiata. Ai mitilicoltori spezzini e a coloro che hanno l’acquacoltura a Lavagna, spero di dare una buona notizia domani, con il riparto che dovremmo stabilire». Il Liguria prosegue, nel frattempo, il progetto europeo Prisma-med, dedicato al recupero dei rifiuti in mare pescati dai pescatori e alla raccolta di reti abbandonate perse o trascinate in mare. Proprio a questo progetto sarà dedicato un evento speciale.
Silvio Greco, presidente del comitato scientifico di Slow Fish, ricorda che «mangiare pesce con un ciclo vitale breve significa ingurgitare meno agenti contaminanti, oggi le microplastiche hanno già superato le barriere ematiche in alcuni pesci, mentre per esempio l’acciuga è rinnovabile, perché quando la mangiamo si è riprodotta almeno una volta». Il tema del cambiamento climatico è legato a doppio filo al mare: «Metà del nostro respiro – sottolinea Greco – è legato al mare». La pesca del tonno è un altro tema su cui verrà posta una seria riflessione: «Dobbiamo ragionare – dice il presidente del comitato scientifico – su questo animale che ha bisogno di 5 anni per riprodursi, che vive tantissimo e perciò è più facilmente contaminato. Oggi registriamo una tonnellata di plastica su sei tonnellate di pesce, un dato destinato a peggiorare». Per Greco occorre anche fare un ragionamento sui giovanili: «Va bene pescare rossetto e cicciarello, sono adulti. Il bianchetto no. Bisogna sapere che l’esplosione di meduse degli ultimi anni è dovuta al prelevamento degli stadi giovanili delle sarde».